Care lettrici, cari lettori, questo è l’ultimo numero che firmo in qualità di direttore responsabile.
Nel momento del commiato, i ricordi si affollano alla mente e nulla è più forte della memoria, soprattutto quando la si vuole fermare o condizionare.
I ricordi, però, sono un po’ il sale della vita: quelli belli aiutano a guardare avanti con fiducia, quelli un po’ meno belli aiutano a crescere.
Sinceramente, nel mio mezzo secolo di volontariato a “Voce”, i ricordi belli sono decisamente tanti, legati a persone e fatti che mi hanno aiutato nella vita e nella fede. Nella vita professionale ho incontrato tante persone che mi hanno arricchito con le loro parole ed il loro esempio. Nel lavoro a “Voce” ho avuto una indiscutibile opportunità di conoscere sacerdoti, vescovi e laici autentici testimoni del Vangelo.
Non posso sottacere un richiamo a don Luigi Riccardi, con il quale ho condiviso un lungo tratto nel settimanale diocesano e che mi è stato di esempio anche per la mia vita quotidiana. Così come non posso dimenticarmi di vescovi come monsignor Giuseppe Almici, con il quale ho mosso i primi passi nel settimanale – e che lo aveva veramente a cuore fino ad auspicarne una sua “imposizione” nelle parrocchie – come monsignor Ferdinando Maggioni o come monsignor Fernando Charrier – al quale devo un riconoscimento affettivo particolare per la cura e l’attenzione con le quali seguì, settimana dopo settimana, contenuti e sorti di “Voce” – e al cardinale Giuseppe Versaldi, che amò il settimanale diocesano dimostrandosi attento a tutte le esigenze che uno strumento di comunicazione come il nostro poteva avere nell’ambito della comunità diocesana. Il vescovo Guido, infine, è l’artefice del rinnovamento che da qualche settimana avete incominciato ad intravvedere e della volontà di fare delle comunicazioni sociali uno strumento sinergico nella nostra comunità diocesana.
“La Voce alessandrina” entra nelle nostre case da 138 anni, un record assoluto per una testata diocesana, grazie all’impegno, alla consapevolezza dell’importanza di un settimanale cattolico, alla disponibilità di un volontariato sempre attento alle necessità. E così continuerà ad essere con l’impegno di coloro che hanno raccolto il testimone e guardano al domani con fiducia e speranza.
Al nuovo direttore l’augurio di buon lavoro e a tutti i lettori il grazie di cuore per avermi seguito fino ad oggi.