Il Giubileo dei Giovani valenzani

Valenza

«A Valenza, domenica 24 settembre, celebreremo il Giubileo dei Giovani. Sarà un momento di festa nell’Anno Giubilare durante i festeggiamenti per il 400° anniversario del Duomo» racconta don Santiago Ortiz, moderatore dell’unità pastorale Valenza. Alle 18 i giovani si incontreranno davanti al Duomo, subito dopo passeranno attraverso la Porta Santa e sarà offerto un cero al patrono San Massimo. Poi la Santa Messa, con l’ammissione agli Ordini sacri del seminarista Matteo Chiriotti (nella foto). Da ultimo, un momento di festa in oratorio.

Don Santiago, ci parli di domenica?

«Abbiamo ripreso domenica scorsa col giubileo delle persone diversamente abili, e ora con quello dei giovani dopo l’estate. Questo è un momento significativo, per due motivi. In primis, è un segno di appartenenza a un luogo storico come il Duomo. Il secondo motivo è che rappresenta un segno di fede. Come a dire: “Anche io faccio parte della storia cristiana, partita tanto tempo fa. E ne sono protagonista”».

Come vedi i giovani d’oggi?

«Li vedo come se non avessero direzione. Il mondo dei grandi e le istituzioni non sono chiari nell’indicare una via. I giovani sono sballottati qua e là, vivendo una dimensione troppo virtuale, in cui si fa fatica a capire dov’è il vero e dov’è il falso. Allo stesso tempo vedo che, piano piano, cresce in alcuni la voglia di aiutare e di darsi da fare per le situazioni più complesse della vita. Nonostante ci sia una indifferenza nei valori, nei doveri, e in tutto ciò che è religioso, i giovani di oggi sono buoni. Ecco, buoni ma un po’ spenti».

I giovani, però, erano un milione e mezzo alla Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona.

«Sicuramente questo evento è stato una sorpresa. Vuol dire che in qualche modo i ragazzi ci stanno guardando. Dopo queste esperienze così significative non bisogna fermarsi. Il treno, quello della vita, sta passando: quale vagone scelgo? Oppure resto fermo a guardare il treno che passa? Bisogna fare il passo successivo: salirci. E la Chiesa non deve spegnere il motore (sorride)».

La Chiesa che cosa ha imparato dalla Gmg?

«Che non è giunta la fine, che c’è speranza, che Gesù vive. E che dobbiamo tutti darci da fare».

Domenica verrà ammesso agli Ordini sacri Matteo Chiriotti, che frequenta il nostro seminario. Cosa ti senti di dirgli?

«Matteo è stato responsabile del nostro oratorio, credo in questi anni di averlo conosciuto molto bene. Come parroco e come amico. Per questo sono contento, emozionato e orgoglioso. Nel weekend scorso abbiamo pregato con l’Adorazione Eucaristica, insieme con i ragazzi e il gruppo del Rinnovamento nello Spirito. Penso che se il Seminario è la vita della Diocesi, allora c’è una luce, bisogna alimentarla e fare in modo che non si spenga. Perché questa luce può portare Cristo all’interno delle comunità cristiane. Domenica sarà un momento di gioia e di ringraziamento. Al Signore chiedo: “Fa’ di lui ciò che vuoi. Nella speranza che sia un santo sacerdote”. Come ho detto in alcune omelie di questi giorni, se prima pregavamo, adesso dovremo pregare di più. Perché tra tre anni il pane sarà cotto (sorride)».

Alessandro Venticinque