Che cosa cerchiamo nella Chiesa?

L’editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

martedì 16 è stato inaugurato ufficialmente il Collegio universitario Santa Chiara, che a ottobre di quest’anno compie ben 200 anni dalla nascita. Noi vi raccontiamo com’è andata: dal talk (termine inglese che si usa per “dibattito”) con il Vescovo e le massime autorità cittadine, fino alla visita guidata della struttura condotta dagli stessi collegiali, che hanno potuto così far conoscere il luogo dove vivono buona parte della loro giornata. E dove la loro personalità prende forma.

«Come sei all’università, così sarai nella vita» diceva un mio grande amico, guida ed educatore di migliaia di giovani. Credo avesse ragione: riuscire a stare attivamente, e affettivamente, dentro a una vita di comunità può davvero fare la differenza, mentre si costruisce, lontani da casa, un pezzo rilevante del proprio futuro. Non solo in termini di risultato (perché chi studia insieme agli altri, e non da solo, normalmente ottiene voti migliori). Ma anche, e soprattutto, quando poi ci si troverà nel cosiddetto “mondo dei grandi”, che può essere spietato, se lo si affronta da singoli individui.

Il Collegio Santa Chiara è una comunità: e di chi sia il merito possiamo capirlo dalle parole del nostro Vescovo, nei saluti finali che troverete sul Paginone (a pagina 8): «E poi ringrazio Carlotta Testa, che è l’anima del Collegio. Sono molto grato a lei, perché l’ambiente di famiglia che si sente qui, e che si vede quando si arriva, è frutto di uno sguardo educativo grande di una persona che si mette a fianco dei giovani, sa condividere il tempo con loro, sa stare e parlare con loro. E fa in modo che loro siano in dialogo con lei. Questa è la cosa più importante di tutte».

La comunità come famiglia, guidata da qualcuno che ha uno sguardo educativo grande, si mette a fianco e dialoga: non è forse questo quello che cerchiamo nella Chiesa? Non è forse questa la Chiesa?

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