La memoria di quel giorno incredibile

Editoriale

Care lettrici,
cari lettori,
questo numero è dedicato ai 10 anni di papa Francesco. Senza trascurare quello che accade in Diocesi: in primis, i Martedì di Quaresima. In questa pagina troverete una schietta intervista al professor Renato Balduzzi sulle “tentazioni del potere”, di cui parlerà martedì prossimo Rosy Bindi. Non succede spesso di mettere insieme la facilità di lettura e la densità di contenuti: ebbene, in questo caso ci siamo riusciti, come vedrete. Sul Paginone abbiamo raccolto dieci frasi di papa Francesco, una per ogni anno di pontificato. In questa “ricerca” di eventi e parole ho letto cose che mi erano sfuggite quando erano uscite, e che oggi ho trovato di grandissimo interesse. Mi sono imbattuto nel “Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia” del 27 marzo 2020, quando il Pontefice, sotto la pioggia e in una piazza San Pietro vuota, chiese al Signore «salute ai corpi e conforto ai cuori».
Una preghiera universale per tutta l’umanità tormentata dal flagello del Covid. Eravamo in tempo di Quaresima. Adesso mi commuovo ripensando a quel giorno: ero ricoverato in ospedale da tre giorni, con il famigerato casco per la ventilazione in testa e la paura di non farcela. Tenevo il cellulare appoggiato alla plastica morbida del casco (quella tra il mento e il collo) e ascoltavo le parole di Francesco, cercando avidamente il suo sguardo.
Quell’uomo stava parlando al mondo, anche se in realtà le sue parole erano rivolte a me: «Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio.
Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai».
Senza Francesco, appoggiato saldamente alla roccia di Cristo, saremmo stati perduti. La mia Quaresima, oggi, è la memoria riconoscente di quel giorno incredibile.
E di quel Papa coraggioso.

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