Camminare nella storia
Passeggiare nella via principale di un’antica città, passando per l’agorà o davanti alla bottega di un artigiano. Assistere ad uno spettacolo teatrale. Infine, sostare alle terme. Tutto questo è possibile al parco archeologico di Nora, la più antica città della Sardegna.
Siamo ad un’ora circa da Cagliari, nell’incantevole cornice della spiaggia di Pula. A dominare le rovine dell’antica città è la Torre costiera del Coltellazzo, detta anche torre di Sant’Efisio in ricordo del martire guerriero che secondo la tradizione venne qui ucciso per decapitazione. Proprio sulla spiaggia adiacente si affaccia anche la chiesa a lui dedicata.
Camminando nel parco archeologico ci si può davvero immaginare come fosse vivere a Nora: una città dalla posizione strategica che ha avuto sette vite, da tendopoli a città punica, poi romana repubblicana, in seguito romana imperiale (periodo che vide il fiorire dei suoi principali monumenti), fino alla conquista da parte dei Vandali (nel V sec d.C.) che vi rimasero per cento anni.
Nora venne poi abbandonata nel VII secolo d.C. fino a quando si cominciò a riportarla alla luce negli scavi archeologici del 1952, che ne fecero scoprire tanti edifici privati, pubblici e religiosi.
Il primo monumento ad essere scoperto fu il teatro romano (l’unico della Sardegna), grazie al successo che ebbe un dramma dedicato a Sant’Efisio, dello scrittore Marcello Serra, rappresentato proprio in questa piana tra il 1952 e il 1953. Il teatro è un vero gioiello del sito di Nora: sono rimaste undici file di posti a sedere ma in origine erano diciassette e ospitava fino a 1100 spettatori, che sedevano nella cosiddetta càvea. Davanti a loro si estendeva lo spazio chiamato orchestra, in origine decorata con marmi provenienti da Turchia e Grecia e con l’onice della Mauritania.
Lo spazio oggi visibile sotto il palco (iposcenio) ospita quattro grandi giare di terracotta, i pìtoi, altrove usati come amplificatori della voce degli attori ma in questo caso adibite proprio alla conservazione di cibo, quando questo spazio, a seguito del crollo dell’impero romano, venne usato come cantina. In realtà questo teatro non ha bisogno di amplificatori e ben lo sanno gli artisti che da trent’anni si esibiscono proprio a Nora nell’annuale festival culturale “La notte dei Poeti”.
Dal Foro, che era il cuore pulsante del commercio cittadino, si arriva al Tempio romano dedicato all’Imperatore: sei colonne ne abbellivano la facciata e un altare esterno era utilizzato per riti e offerte. Nelle chiese cristiane l’altare è all’interno, invece nei templi romani e greci i riti e le offerte avvenivano su un altare esterno, mentre la parte interna del tempio, sacra, era calpestabile solo dai sacerdoti.
Sotto il pavimento del tempio gli archeologi hanno trovato 18 monete d’argento del III secolo a.C. coperte da una maschera in terracotta: erano l’offerta agli Dei per propiziare la costruzione, sono le più antiche monete romane trovate in tutta la Sardegna e si possono ammirare nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Affacciata sul mare c’è poi la Casa dell’atrio tetrastilo: è la domus più importante di Nora, un’elegante abitazione di 900 mq dell’età romana imperiale, con le quattro colonne originali dell’atrio ancora ben visibili.
Questa casa ospita i più bei mosaici di Nora (come quello della Nereide) realizzati dai più grandi mosaicisti dell’epoca imperiale: i nordafricani. Questi insegnarono la tecnica del mosaico agli abitanti locali, formando un “atelier norense”, la cui firma era un cuoricino bianco e ocra applicato nel mosaico.
Da questa casa si percorre poi la Via Sacra, una strada scenografica perfettamente conservata, dalla larghezza irregolare, che costeggia case, botteghe e luoghi sacri, fino ad arrivare alle Terme a mare, il maggiore complesso termale di Nora che era luogo non solo di benessere ma anche, e soprattutto, di socialità e affari.
Per tutte le informazioni su orari e biglietti, potete visitare il sito del Comune di Pula: www.comune.pula.ca.it/vivere/cultura/21.
Francesca Frassanito