Il dolore di un doppio lutto

Il mondo a 14 anni

Sicuramente la mano dell’uomo in questi ultimi decenni ha saputo, con molta volontà, accelerare tutte quelle fasi distruttive che stanno portando inevitabilmente l’autodistruzione di un intero pianeta.
Palesemente viviamo ogni giorno i danni inevitabili alla qualità di vita per inquinamento e tossicità, ma qualcosa di più violento si sta manifestando a livello globale. Il clima, con il suo cambiamento, ha iniziato in modo eclatante a portare danni ingenti, con alluvioni frequenti, intense grandinate e straripamenti di fiumi che portano con sé danni e morte.
Ma tutto questo non poteva far presagire che ben presto avremmo dovuto assistere anche a danni procurati nei luoghi dove, il rispetto per l’uomo, forse, dovrebbe essere prioritario. Sto parlando della tragedia avvenuta, il 17 ottobre 2022, nel cimitero di Poggioreale a Napoli, con il crollo di una cappella e la distruzione di tombe. Nello stesso luogo, all’inizio del mese di gennaio, si era verificato un crollo strutturale che aveva distrutto e sconvolto non solo un intero paese, ma aveva mostrato al mondo intero una faccia del nostro paese molto dolorosa. Ci fu il crollo di tutta un’ala del cimitero di 300 bare, con danni irreversibili e con l’immenso dolore di famiglie che si sono ritrovate ad affrontare un secondo lutto, non più personale, ma mediatico. Si è parlato in prima istanza di un crollo forse dovuto ai lavori svolti vicino alla metropolitana di Napoli che possono aver creato degli svuotamenti di falde e delle instabilità.
A distanza di pochi giorni dalla tragedia, anche l’università di Cagliari viene colpita da un funesto crollo improvviso che non ha riportato, fortunatamente, vittime e ha sfiorato una strage. Tutto questo deve indurci una domanda e non deve lasciarci indifferenti. Quanto l’uomo è artefice di questo danno? Quanto la natura si sta riprendendo i suoi spazi? Sì, proprio così. La natura grida vendetta, per il disboscamento e gli abusi edilizi senza controllo.
Sempre più spesso il nostro Paese è sottoposto ad assestamenti delle faglie, con conseguenti scosse più o meno intese forse troppo frequenti e sempre più intense ed ogni volta assistiamo a stragi e distruzioni, sicuramente in parte preannunciate.
Noi tutti abbiamo un piccolo ruolo in tutto questo cambiamento, ma ripetutamente l’uomo diventa sordo e cieco davanti alla richiesta urgente di cambiare il nostro modo di vivere e di rapporto con questa terra che ci “ospita”.
Il crollo del cimitero di Napoli, è simbolo di un dolore che va oltre a tutto, non si può immaginare che anche i luoghi di pace possano essere violentati dalla folle necessità di non rispettare le regole, la legalità a discapito del rispetto di coloro che non ci sono più e delle loro famiglie.

Sara Piscopello