Zuppi e Mattarella ad Assisi per San Francesco

4 ottobre 2022

Il presidente della Cei

«Con San Francesco crediamo che il lupo terribile della guerra sia addomesticato e facciamo nostro l’accorato appello di Papa Francesco indirizzato certo ai due presidenti coinvolti direttamente – un aggressore e un aggredito – ma anche a quanti possono aiutare a trovare la via del dialogo e le garanzie di una pace giusta». Con queste parole, il cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha concluso l’omelia pronunciata ad Assisi nella Messa per la Festa di San Francesco.

Il cardinale definisce il Patrono d’Italia «mite e umile di cuore come il suo Gesù – in un mondo che era e che è segnato da lupi e cittadini violenti o paurosi, da torri e spade, da cavalieri e briganti, da guerre e inimicizia, inquinato da troppo odio tanto da rendere impossibile parlare di pace – progetta e inizia a vivere un mondo fraterno, disarmato, dove c’è spazio per ognuno, a cominciare dai più poveri e fragili». Il presidente della Cei, poi, prosegue: «Abbiamo bisogno di luce, che vuol dire speranza. E il nostro Patrono ci fa sentire a casa – tutti si sentono a casa ad Assisi – e ci aiuta a guardare anche le difficoltà con la forza dell’amore».

Poi prosegue con una riflessione sull’emergenza pandemica: «Nella tempesta della pandemia abbiamo sperimentato tanto buio, inatteso e prolungato. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Non lo dimentichiamo. Raccogliamo oggi il testamento affidatoci da chi non c’è più per colpa del Covid. Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare». Infine, conclude il cardinal Zuppi, «affidiamo l’Italia all’intercessione del nostro Patrono».

Il Presidente della Repubblica

«La figura, la vita e la testimonianza di san Francesco rivestono un significato profondo non soltanto per i credenti. Il Parlamento della Repubblica ha infatti voluto riconoscere il 4 ottobre come momento dedicato ai valori universali di cui san Francesco e santa Caterina, patroni d’Italia, sono espressione, qualificando questa giornata come solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse».

Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio alla Nazione pronunciato martedì 4 ottobre ad Assisi, in occasione della festa di San Francesco di Assisi, patrono d’Italia. «Vi è sapienza in queste norme dettate dal legislatore» ha osservato il Capo dello Stato, sottolineando che «raccolgono anche il senso del messaggio spirituale del santo e indicano alla nostra comunità un cammino di speranza, di condivisione, di attenzione anche verso la natura che ci è madre e a cui non abbiamo portato il rispetto dovuto».

«Affermazione di questi sentimenti è la tradizione della “Lampada votiva“, offerta dai Comuni d’Italia» ha proseguito Mattarella, parlando di «un gesto di fraternità che è prova di unità ed è espressione della pluralità che rende il nostro Paese così ricco di esperienze, di bellezze, di creatività, di passioni civili. San Francesco è una delle radici antiche della nostra identità. La forza profetica delle sue scelte di vita ha esaltato valori che sentiamo vivi per il domani dell’Italia, dell’Europa, del Mediterraneo, del mondo. La pace, anzitutto».

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