Cristo tangibile: la vera (e unica) sfida del catechista

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

apriamo Voce con le parole che il nostro Vescovo ha pronunciato sabato scorso in Cattedrale per introdurci alla lettura e alla comprensione della nuova Lettera pastorale “Venite e vedrete”. Abbiamo diviso l’esposizione in due parti: la prima è qui a lato; la seconda, le sfide concrete, la trovate a pagina 4. Vi suggerisco di leggere i due articoli con calma, magari segnandovi i punti meno chiari, o che suscitano interrogativi: nel corso dell’anno avremo modo di approfondire questi temi, nei prossimi incontri diocesani e su Voce.

Questa settimana vi raccontiamo la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato (nel Paginone), l’Open day per nuovi volontari in Caritas e l’incontro di sabato scorso tra papa Francesco e i partecipanti al Congresso internazionale dei catechisti.

Qui il Santo Padre inizia con un’affermazione bella tosta: «Vedo in mezzo a voi parecchi vescovi, tanti sacerdoti e persone consacrate: anche loro sono catechisti. Anzi, direi, sono prima di tutto catechisti» (il vescovo, primo catechista della Diocesi: ci abbiamo mai pensato?). E ancora, rivolgendosi ai presenti: «Vi prego, non stancatevi mai di essere catechisti. Non di “fare la lezione” di catechesi». Bum! «Voi siete chiamati a rendere visibile e tangibile la persona di Gesù Cristo, che ama ciascuno di voi e per questo diventa regola della nostra vita e criterio di giudizio del nostro agire morale. Non allontanatevi mai da questa sorgente di amore, perché è la condizione per essere felici e pieni di gioia sempre e nonostante tutto».

Chi non vorrebbe, per i propri figli o nipoti, un(a) catechista così? Una persona felice di rendere «visibile e tangibile Gesù Cristo». Tangibile: cioè “toccabile”, sperimentabile nella vita di tutti i giorni. Non nei pensieri, nemmeno nei più devoti, ma nella realtà. Che sfida strepitosa… sapremo raccoglierla, o faremo finta di niente?

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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