Intervista a don Santiago Ortiz, nuovo parroco di Valenza
Il prossimo sarà un weekend speciale per la comunità di Valenza. Oltre a festeggiare uno dei due patroni della città, San Giacomo, le parrocchie celebreranno l’ingresso solenne del nuovo parroco, don Santiago Ortiz. Si comincia sabato 23 luglio con una cena di fraternità e carità, dalle ore 20, all’oratorio del Duomo di Valenza, per poi proseguire con la giornata di domenica 24 luglio, che si aprirà con un “tour” in quattro tappe, scandite dalla liturgia della Parola, in cui don Santiago (accompagnato anche dal Vescovo) prenderà ufficialmente in carico la guida delle comunità. Si parte alle 8.30 a Montevalenza, poi alle 9.15 alla Madonnina, per proseguire alle 9.45 al Sant’Antonio e alle 10.15 al Sacro Cuore. Subito dopo, alle ore 11, in Duomo, la solennità di San Giacomo e l’ingresso di don Santiago, con la Santa Messa presieduta da monsignor Guido Gallese, vescovo di Alessandria. A concludere questa tre-giorni, lunedì 25 luglio alle 21, sempre in Duomo, verrà celebrata la Santa Messa solenne di San Giacomo, proprio nel giorno della ricorrenza. Ci siamo fatti raccontare di più da don Santiago, a pochi giorni dal suo ingresso a Valenza.
Don Santiago, quali sono le tue sensazioni alla vigilia di questo importante appuntamento?
«Sono contento che il mio ingresso si svolga durante i festeggiamenti del Santo Patrono, e poi perché il Vescovo ha voluto presiedere l’Eucarestia e celebrare questo momento il più presto possibile. Quella in Duomo, inoltre, è l’unica Santa Messa cittadina celebrata nella mattinata di domenica. Ma c’è anche un altro aspetto importante: Santiago, il mio nome, è tradotto dallo spagnolo come San Giacomo. E questo sarà proprio un giorno speciale, festeggerò anche il mio onomastico (sorride)».
Questi tre giorni, però, inizieranno in un modo particolare.
«Sì, sabato sera all’oratorio del Duomo, in viale Vicenza, ci sarà una cena speciale: ci tenevo a condividere questa mia gioia con i più soli e bisognosi delle parrocchie. Parteciperanno alcuni volontari della San Vincenzo, gli animatori dell’oratorio, ma soprattutto le persone assistite dalla San Vincenzo stessa. L’invito è esteso a tutti, confido nella loro partecipazione. Quello che possiamo offrire a un povero, per prima cosa, è ascolto e attenzione. Poi viene l’aiuto materiale, ma dopo questi due aspetti».
E ai fedeli che verranno domenica che cosa dici?
«Iniziamo un nuovo cammino e chiedo a tutti tanta pazienza e tanta comprensione. Come ho già detto nelle altre parrocchie che ho visitato, in cui non c’è bisogno di presentarmi perché mi conoscono già tutti, pregi e difetti (sorride), ho chiesto l’immagine di una parrocchia come una mamma che accoglie tutti, che si prende cura di tutti. Con pazienza, ma a volte con qualche “tirata di orecchie”. Ma soprattutto con tanta tenerezza. Ricordiamoci questo: la parrocchia non è il parroco, la parrocchia siamo tutti».
Dalla tua nomina a oggi hai già iniziato a organizzare il lavoro. Ci sono novità?
«Da poco ho nominato i consiglieri per gli affari economici, ma vorrei puntare l’attenzione su una cosa che mi sta tanto a cuore, ovvero il Consiglio parrocchiale pastorale. Finora, i Consigli per gli affari economici sono stati molto importanti, hanno svolto un buon servizio e ho voluto aumentare il numero dei componenti. Ma ho l’impressione che l’aspetto amministrativo appaia più importante della pastorale. Invece, per me, è esattamente il contrario. Ed è per questo che, prima di nominare i vari rappresentati del Consiglio, vorrei fare una riunione di “famiglia”, aperta e informale, per sentire e confrontare voci, pareri, critiche, desideri, sogni, richieste e chiarimenti. Sarà un momento di confronto davvero aperto a tutti, parrocchiani e non: da chi ha già una lunga storia in parrocchia a chi è appena arrivato, da chi si sente escluso a chi si sente già “dentro”, da chi ha tante idee a chi cerca un’ispirazione. Confido davvero nella partecipazione di tutti».
Alessandro Venticinque
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