Il caldo brucia i campi: è allarme in provincia

Coldiretti Alessandria

Il caldo torrido stabruciandola frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano perdite che in alcune zone arrivano al 70% del raccolto, dai meloni alle angurie, dalle albicocche e susine ai pomodori alle melanzane che non riescono neppure a crescere. È l’allarme lanciato da Coldiretti Alessandria, in relazione all’ultima ondata di alte temperature con conseguenze sulle persone, ma anche sulle coltivazioni in sofferenza per la grave siccità.

«La morsa del caldo sta facendo danni a macchia di leopardo in tutta la provincia alessandrina. Le scottature da caldo danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile o si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione» dichiara il presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco.

Una situazione che aggrava l’impatto devastante della siccità e del caldo sulle produzioni alessandrine con danni che superano ormai i 250 milioni di euro a livello provinciale e i 900 a livello regionale. Si registrano cali del 50% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle e di oltre 40% della produzione di frumento tenero. In questa situazione drammatica più di una impresa agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben circa il 30% del totale nazionale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.

«Sui campi pesano anche rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari: si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, a cui si aggiungono rincari di oltre il 30% per il vetro, del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica» ha concluso Bianco.

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