L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
apriamo questo numero di Voce con la nomina del cardinal Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, a presidente della Conferenza episcopale italiana. «Restiamo uniti nella sinodalità, nella comunione, nella preghiera» ha detto Zuppi ai Vescovi che hanno partecipato alla 76ª Assemblea generale della Cei. La Chiesa italiana ha davvero bisogno di testimoni (e quando dico “Chiesa italiana” penso innanzitutto a me stesso): per questo sono curioso di vedere quale “direzione” prenderà la dichiarazione di intenti del neo-presidente.
Così come sono curioso di sapere che cosa pensate del nostro Paginone, dedicato a una data significativa, il 13 maggio. 13 maggio 1917, giorno della prima apparizione della Madonna di Fatima ai pastorelli; 13 maggio 1981, quando il terrorista turco Ali Agca tenta di uccidere in piazza San Pietro papa Giovanni Paolo II con due colpi di pistola. E 13 maggio 1982, data in cui il Pontefice si reca per la prima volta al Santuario di Fatima e fa incastonare nella corona della Vergine uno dei proiettili che lo avevano colpito.
«Una mano ha sparato, un’altra mano ha deviato la pallottola» disse papa Wojtyła in quell’occasione. Mi chiedo spesso da dove nasce questa certezza della fede: è ragionevole dire che la Madonna è intervenuta per deviare una pallottola? Non potrebbe essere stata una casualità o uno sbaglio del killer? E quante volte la Madre celeste è intervenuta nella mia vita per deviare “pallottole” altrettanto pericolose?
Se non cominciamo a renderci conto della carnalità (e della contemporaneità) dell’intervento del Soprannaturale nella nostra vita, alla fine le belle parole cristiane che usiamo si ridurranno a una “verniciatina” devozionale. A me questo non basta, non ho più tempo per le chiacchiere: io voglio essere certo, qui e ora, della carezza del Nazareno. Proprio come san Giovanni Paolo II.
Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it
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