L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
apriamo Voce con una intervista ai partecipanti all’incontro degli adolescenti con il Papa del 18 aprile. Leggendola, si capiscono alcune cose. La prima è che la Chiesa o è giovane, o non è. Non una gioventù certificata solo dalla carta d’identità: i Papi, e questo in particolare, ci dimostrano che esiste la giovinezza del cuore. Una letizia che non ci diamo da soli, specialmente quando gli anni passano e la vita, inesorabilmente, diventa più pesante.
Francesco non è risparmiato dalle fatiche che sopportiamo anche noi. Non oso immaginare il peso delle responsabilità che quest’uomo deve affrontare ogni giorno, e il suo dolore di fronte ai mali del mondo. Prima per il Covid (chi non ricorda la sua preghiera del 27 marzo 2020, in una Piazza San Pietro deserta e piovosa?), poi per la guerra in Ucraina: quella di papa Francesco oggi è l’unica voce ragionevole da ascoltare, ma quanta sofferenza c’è nelle sue parole!
Eppure, è un uomo lieto: gli 80 mila giovani che hanno raggiunto Roma per incontrarlo se ne sono accorti subito. E, con loro, anche quelli tra noi che, pur invecchiando anagraficamente, ringiovaniscono quando ascoltano la voce di Cristo. Con una precisazione, che mi sento di fare partendo dalla mia esperienza personale: la voce di Cristo non è solo la Parola delle Scritture (come purtroppo molti intendono, nella Chiesa).
È una voce che scaturisce dalla Sua Presenza, qui e ora. Non è un “messaggio” lasciato da qualcuno che è venuto duemila anni fa e, andandosene, ha promesso di ritornare (chissà quando…). Cristo mi sta parlando ora, con la voce e lo sguardo carico di letizia dei nostri fratelli (di Francesco, in primis) che a Lui danno la vita, nella quotidianità. Cristo è qui, ora, nell’istante: questa è la vera giovinezza, che i giovani con il loro “fiuto per la verità” colgono immediatamente. Ecco, io voglio essere giovane come loro.
Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it
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