Un Santo rapito dall’Amore

“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli

8 marzo 2022: festa di San Giovanni di Dio, Fondatore dell’Ordine dei Fatebenefratelli, protettore delle donne, dei malati, degli infermieri, degli ospedali, dei librai; è patrono dei pompieri in Portogallo e in Spagna. Tv2000, nella trasmissione “Di buon mattino”, delle ore 7.30, ricorda il Santo invitando nello Studio il Postulatore Generale dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, Fra Dario Vermi, che inizia mettendo in risalto la presenza dei FBF da 450 anni accanto ai malati e bisognosi con 400 strutture in tutto il mondo. Sono sempre in prima linea nelle emergenze e oggi sono in Ucraina e Polonia dove 15 ospedali accolgono feriti e malati fuggiti dalla guerra.

Fra Dario continua raccontando brevemente la storia di Giovanni di Dio, “rapito dall’Amore per i più fragili”. Nato con il nome di Juan Ciudad nel 1495 a Montemor-o-Novo, in Portogallo, dopo diverse esperienze di lavoro come soldato, muratore, venditore di libri, a Granada nel 1539, ascolta una predica di Giovanni d’Avila che lo sconvolge e lo converte perché è attraversato dalla grazia. La Parola di Dio gli apre il cuore. Si dedica a clamorose penitenze fino a essere considerato ingiustamente pazzo. Finisce in manicomio nell’Ospedale Reale di Granada dove scopre i malati, quelli di cui le famiglie spesso si vogliono liberare, vittime dell’abbandono.

Qui nasce la sua vera vocazione: prendersi cura dei malati psichici. Conosce le sofferenze dei ricoverati e uscito da quel luogo tanto triste, crea un ospedale che sarà considerato l’ospedale moderno, con i primi reparti, con diversi ambienti per diverse patologie. Diventa il “folle di Dio”. È quindi un riformatore perché stabilisce un modo nuovo di avvicinarsi ai malati, come assisterli e organizzare l’attività infermieristica. I rapporti con le persone che soffrono è una delle novità fondamentali. La carità, la fraternità e l’amore sono le prime medicine per gli assistiti. Assume un nuovo nome: Giovanni di Dio perché non è di nessun altro; il suo essere è in Dio e con Dio. Incomincia a chiedere l’elemosina per il suo ospedale con un invito: “Fate del bene a voi stessi! Fate bene fratelli!”. Ciò che conta, però, non sono le sue parole, ma la sua persona perché è un testimone credibile che sa perdonare e usare misericordia; per questo tocca i cuori di chi incontra riuscendo a farsi amare. È anche paciere in varie occasioni. Riesce a convertire due persone che promettono di farsi male anche uccidendosi e che diventano poi i suoi primi compagni; perdona una giovane, tolta dalla strada, che lo insulta e parla male di lui con la gente. Muore a Granada nel 1550.

Papa Francesco, durante il 69° Capitolo Generale dell’Ordine ospedaliero del febbraio 2019, ai partecipanti dice che il segreto della loro identità sta nel Buon Samaritano del Vangelo e suggerisce tre atteggiamenti da portare avanti: discernimento, ospitalità e missione condivisa. Fra Dario parla del Giubileo 1/1/1572 – 1/1/2022 che i Fatebenefratelli festeggiano. Papa San Pio V, domenicano, nella Bolla del 1572 riconosce il carisma della fraternità dell’Ordine e afferma che “questo è il fiore che mancava nel giardino della Chiesa bella”. Siamo in tempo di Quaresima e la conduttrice del programma, Antonella Ventre, ricorda il pensiero di papa Francesco: “Il digiuno prepara il terreno, la preghiera lo irriga e la carità lo feconda”. Si può senz’altro affermare che San Giovanni di Dio rappresenta la Carità profetica, la Carità moderna. Un grazie particolare a fra Dario per i suoi commenti che ce lo fanno apprezzare ancora di più!

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