La pediatra Sabrina Camilli
Una delle cose più temute dai genitori di bambini in età scolare in questa epoca pandemica è la chiamata dalla scuola: «Suo figlio ha la febbre, venga a prenderlo». Segue in questo elenco di momenti temibili l’avviso via email di un contatto positivo in classe, nonché la notifica nel gruppo WhatsApp dei genitori, dove si disserta di conteggi, tamponi, quarantene e diagnosi. Per uscire dalla situazione di panico generalizzato abbiamo chiesto alla nostra pediatra di fiducia, la dottoressa Sabrina Camilli, di spiegarci che cosa dobbiamo fare qualora il nostro bambino dovesse effettivamente risultare positivo al Covid-19.
Dottoressa, se c’è un bambino malato a casa, oltre ovviamente ad avvisare la pediatra, come possono curarlo al meglio i genitori?
«Qualunque sia la forma infettiva, le prime buone regole da seguire in famiglia sono: tranquillizzare il bambino, fargli sentire che ci prendiamo cura di lui e quindi rassicurarlo, invogliarlo a bere acqua a piccoli sorsi e lentamente, misurargli la temperatura. Per quanto riguarda la sintomatologia a cui i genitori devono prestare attenzione, nelle diverse varianti delle virosi Covid-19 i bambini possono presentare sintomi che vanno dal lieve raffreddore alla tosse secca o grassa (con o senza mal di gola), dolori addominali e diarrea, ma anche dolori muscolari e mal di testa. La temperatura può variare dalla febbricola sopra i 37°C alla febbre vera e propria, sopra i 38°C».
E, invece, in caso di febbre, come dobbiamo comportarci?
«Si consiglia l’antipiretico solo se la temperatura supera i 38-38,5°C. Personalmente preferisco l’ibuprofene, dato che il paracetamolo può avere un effetto ossidante e ridurre le scorte di glutatione, sostanza utilissima come antiossidante e fondamentale nella difesa verso i virus».
Che terapia suggerisce?
«Consiglio l’utilizzo di preparati contenenti Sambuco, con azione antivirale immunostimolante, Echinacea, anch’essa immunostimolante e, in aggiunta o in alternativa, l’Andrographis, con azione antinfiammatoria e coadiuvante di una risposta immunitaria efficace. Il Sambuco nero può essere un’alternativa all’uso improprio di antibiotici nelle forme virali: il suo estratto infatti contiene gli antociani che si legano alle emoagglutinine presenti sulla superficie del virus e gli impediscono di penetrare e replicarsi nelle cellule. Su questo tema esistono studi in vitro e prove precliniche in letteratura».
E quando la malattia è in fase acuta come dobbiamo comportarci?
«In fase acuta possiamo integrare quanto detto sopra anche con composti contenenti Lattoferrina e Ribes Nigrum: troviamo tutti questi prodotti naturali sia singolarmente sia in forma associata di fitocomposti. Nel caso di sintomi gastro-intestinali, o comunque come sostegno del nostro microbiota, la flora intestinale “buona”, consiglio di integrare con fermenti lattici “certificati”».
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