“Collezionare per credere” di Mara Ferrari
L’addio alla celebre regista che guardava il mondo attraverso i suoi occhiali doverosamente bianchi nella montatura, mi ha suggerito un excursus nell’occhialeria. Per esempio, in questo periodo il centro “Lions per la vista”, tramite appositi box, sta coinvolgendo vari esercizi, come il negozio “Velfoto” in via Dossena, allo scopo di promuovere la campagna di raccolta occhiali usati. Per donarli ai paesi in via di sviluppo.
Dai fortunati modelli “a goccia” a quelli a forma di serpente che circonda i due anelli, a forma di cuori, di farfalle con tanto di larghissime ali in cellulosa… Da mezzo secolo, gli occhiali sono entrati nell’Empireo della moda, che spesso li poggia sugli occhi delle bellissime: da Claudia Cardinale a Monica Vitti, da Sofia Loren a Grace Kelly, dalla Hepburn alla Monroe… Nei negozi di ottica l’odierna occhialeria propone montature con lenti colorate normali o fotosensibili, che cioè offrono una visione via via più scura con l’aumentare della luce e viceversa. Lenti staccabili d’agganciare alla montatura e portare sopra quelle trasparenti; modelli mitici, veri e propri status symbol, ormai entrati nella storia del costume, convivono con modelli new entry che sperano di entrarci, in una girandola incessante di materiali, colori, tipi, dettagli….
Specialmente i più giovani ne hanno fatto un accessorio fondamentale del loro look, in particolare trasgressivo e in cerca d’attenzione. Dalla gioventù bruciata e dai teddy boys (Marlon Brando ne “Il Selvaggio”), ai punk e ai metallari, passando per i gruppi contestatori degli anni più caldi, in cui occhiali scurissimi erano un must perché gli sguardi restavano indecifrabili, come a non voler vedere il mondo al quale ci si opponeva. Dal rifiuto della realtà al mondo dell’umorismo in cui gli occhiali dalle lenti scure e a specchio vengono indossati dai mariti che, su fumettose spiagge, trafiggono con lo sguardo le vamp biondone in topless, mentre le mogli, ignare, leggono sotto l’ombrellone…
Anche chi non li porta perché non ne avverte un bisogno fisico, ne tiene un paio nel cruscotto, nella borsa a mo’ di portafortuna, di oggetto che infonde sicurezza, che rimanda a quel senso di evasione che ci accompagna nei mesi estivi. Forme avvolgenti e futuribili, fantasie e trovate spiritose, tinte vivacissime… Si arriverà a tatuarseli sulla faccia, come la natura già lo impose per diletto, a un grazioso canarino, per questo fatto chiamato “Lunettes”, giallo nel piumaggio e verde solo in corrispondenza dei due occhietti vispi…
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