“La Voce delle note” di Giacomo Lucato
2 novembre 1933. Un ragazzo inglese nemmeno ventenne annota sul proprio diario di aver scritto quel pomeriggio «una canzone, per R. H. M. B. e la Clive House, molto leggera e scadente […] dal titolo “I mun be married on Sunday” (Mi sposerò una domenica)». Il brano diventerà presto parte di un ciclo di dodici canzoni dedicate a Robert Britten e alla scuola di Clive House, dove questi era preside: la raccolta prenderà il titolo di “Friday Afternoons” (I venerdì pomeriggio) e il compositore è Benjamin Britten (1913-1976), che in quel periodo aiutava il fratello a scuola tenendo lezioni di canto e cricket.
Chi era Benjamin Britten?
Britten è stato un genio musicale precocissimo: fin da piccolo disegnava puntini neri sui pentagrammi per il solo gusto di dar vita alle immagini scaturite dalla sua fantasia. Presto però in lui sorse l’interesse nel capire come avrebbero suonato quelle note: la sua produzione artistica infatti vantava già di un gran numero di brani prima ancora che iniziasse l’educazione musicale con Franck Bridge (1879-1941), uno dei più importanti compositori inglesi del Novecento.
Quando inizia a lavorare con il fratello è un giovane ancora un po’ frastornato dal college, esperienza che in un animo molto sensibile come il suo aveva provocato profondi traumi interiori. Clive House è un tempo spensierato, un limbo tra il forte idealismo che dà lì a breve avrebbe infuocato la sua musica e l’accademismo ancorato agli studi di composizione. Le canzoni di “Friday Afternoons” sembrano un congedo dall’età della scoperta, la sublimazione di un mondo che per sempre rimarrà un ricordo carico d’amore materno.
Uno sguardo attento all’infanzia
L’attenzione ai bambini ha caratterizzato tutta la sua scrittura fino a diventarne la vera e propria etica fondante, l’unica ragione che potesse muoverlo a produrre nuova musica nonostante le atrocità che stava vivendo in quel periodo, immerso in un’Europa dilaniata dalla guerra. I bambini come pubblico ideale a cui rivolgere le proprie composizioni, i più piccoli come parte integrante della scena e come soggetto principale delle sue storie: l’infanzia è il cuore pulsante della musica di Britten.
I suoi brani sono delineati da tratti semplici ma sinceri, il messaggio sotteso al discorso strumentale arriva dritto all’ascoltatore senza alcun tipo di mediazione, con la purezza e l’ingenuità tipica di quell’età, senza però privare l’opera della profondità compositiva che possa renderla indubbiamente Arte. Britten scompare dietro i propri capolavori, autosufficienti, essenziali e densi di un candore infantile. Le sue composizioni non hanno nulla di manieristico o artificioso: sono caratterizzate da quella disarmante naturalezza espressiva tipica dei più piccoli.
Egli è capace di entrare in un’anima innocente e mostrarne l’immensa e compiuta sensibilità senza costringerla a passare per la coscienza adulta. Non ci sono dimostrazioni culturali fra le righe dei suoi spartiti, in essi non vive nessun tipo di velleità avanguardistica volta a ostentare chissà quale pezzo d’arte contemporanea. Egli scrive musica per gli esseri umani, una musica che rappresenta l’uomo per gli uomini: è il rivolgersi di una umanità a un’altra umanità.
Britten è un artista calato nel suo tempo, pienamente consapevole della realtà a lui circostante, figlio di una società segnata dalla crudeltà e dal dolore, a cui però egli sceglie di donare tutto ciò che può, la propria sensibilità trascesa in suoni, per salvare almeno quella ignara gioventù che iniziava a muovere i passi su una terra ormai del tutto sterile. La sua musica è spoglia di orpelli e convenzioni: vola leggera, come l’animo di un bambino conscio della drammaticità della propria quotidianità ma ardente di speranza per un domani migliore.
Perché farsi accompagnare dalla sua musica nelle feste natalizie?
Britten è un compositore che si sposa perfettamente col tepore della casa addobbata in stile natalizio e una tazza di tè caldo. La sua musica è da accogliere con animo sereno e riposato, per esser certi di non lasciarsi sfuggire ogni minimo dettaglio.
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Consigli d’ascolto
Friday Afternoons è il consiglio d’ascolto che vi propongo per entrare in contatto con questo compositore, grazie a così poche ma raffinatissime note, assaporandone l’infinita dolcezza e la commovente genialità. Lo trovate al link youtu.be/v6vE1toodLA [/box]
Giacomo Lucato
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