Abusi sui minori: «Servono maggiore attenzione e consapevolezza»

Diocesi di Alessandria

Mariangela Mazza (nella foto), insegnante di religione al Liceo scientifico, è responsabile del Servizio tutela dei minori della Diocesi di Alessandria (diocesialessandria.it/tutelaminori).

Professoressa Mazza, com’è la situazione qui da noi?

«In questi ultimi anni non sono emersi casi di abusi né necessità di interventi. L’attenzione e la sensibilità al problema delle violenze sui minori sono molto cresciute nella nostra società, si è coscienti che il pericolo esiste e si è molto più pronti a reagire e a chiedere che eventuali casi non siano coperti e nascosti. Quella del 18 novembre è una giornata che intende esprimere questa maggiore attenzione e promuovere una più profonda consapevolezza della gravità dei crimini di cui stiamo parlando, anche all’interno della Chiesa».

Qui ad Alessandria è stato istituito un Servizio per la tutela dei minori, di cui lei è responsabile. 

«Esatto, il Servizio è operativo, sia in termini di prevenzione sia, eventualmente, di intervento. Dall’anno scorso abbiamo iniziato un’attività formativa che si è poi conclusa con due incontri, uno rivolto agli insegnanti e agli educatori, e uno ai sacerdoti, entrambi con don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, una associazione che si occupa di lotta alla pedofilia e di tutela dell’infanzia in Italia e nel mondo. Noi ci siamo, e ci stiamo formando per essere ancora di più al fianco dei genitori, dei ragazzi e di tutta la Chiesa: per questo ci sono stati diversi incontri con il Servizio regionale, e in programma ce ne sono altri. Ci auguriamo che questa giornata di sensibilizzazione non sia il solito evento, a volte un po’ retorico, ma sia davvero un’occasione reale di preghiera comunitaria».

Dopo gli incontri con don Di Noto, che reazioni ci sono state? Erano tutti consapevoli del problema?

«La ricaduta è stata costruttiva, ci ha aiutato ad approfondire alcuni aspetti legati a questo grande tema che racchiude tante sfaccettature. Ed è stato utile agli insegnanti nel loro compito educativo e di osservatori di quelli che potrebbero essere i segnali di malessere o di disagio all’interno della scuola».

E i sacerdoti?

«Don Di Noto ha parlato di aspetti più specifici relativi al loro ministero, fornendo dati ed esperienze che si solito non fanno parte del “bagaglio formativo” dei sacerdoti. E così è emersa la consapevolezza della necessità di un lavoro di formazione per mantenere un rapporto sano ed equilibrato con la propria comunità».

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Andrea Antonuccio

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