Gli “scarti” sono la vera ricchezza?

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

apriamo questo numero con l’intervista di Alessandro Venticinque a padre Giovanni Scalese, un barnabita che fino al 25 agosto ha curato e guidato a Kabul l’unica chiesa cattolica presente in Afghanistan. Un Paese che, come ci ha ricordato lo stesso Scalese, al 99 percento è musulmano. Eppure, in un’atmosfera così ostile, cinque suore Missionarie della Carità hanno accudito 14 bambini disabili, e fuggendo da Kabul sono riuscite a portarli con sé in Italia.

Dice padre Scalese: «Sono rimasto molto colpito dalle suore, che non erano disposte a partire senza i loro bambini abbandonati e disabili. Questo mi ha fatto riflettere perché quelli che in Afghanistan vengono considerati come scarti, e per questo vengono abbandonati dalla società, per noi sono un tesoro, sono preziosi. Mi viene in mente quando a San Lorenzo fu chiesto di presentare le ricchezze della Chiesa, e lui presentò i poveri. In qualche modo è la stessa cosa per noi… Quali sono le ricchezze della Chiesa in Afghanistan? Questi bambini che, con tutti i loro limiti, rappresentano una ricchezza per tutti».

Sapete, a me piace quando con il settimanale usciamo dai nostri confini diocesani, per affrontare questioni nazionali o internazionali. Non per il gusto dell’esotico, o per darci un tono “chic“. Ci interessa invece mostrare che quando la Chiesa è concepita nella sua universalità tutto assume un respiro diverso: sì, anche le nostre questioni di Chiesa locale, che a volte ci sembrano poco significative.

Non solo: avere lo sguardo più ampio ci fa vedere il mondo come qualcosa che ci riguarda, essenziale per la nostra vita di fede. Quanto mi piacerebbe avere la coscienza (e l’umanità) di padre Scalese e di quelle cinque suore, che hanno riconosciuto come vera ricchezza della Chiesa gli “scarti” della società. Noi, al loro posto, che cosa avremmo risposto?

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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