Libertà, responsabilità o ideologia?

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

ringrazio tutti coloro che, in diverse maniere, ci hanno dimostrato il loro apprezzamento per il paginone dello scorso numero, interamente dedicato al ddl Zan. Ecco, li ringrazio a nome di tutta la redazione; così come sono riconoscente al professor Balduzzi per averci spiegato, con rigore e chiarezza, i termini reali del disegno di legge.

Sapete, per noi di Voce raccontare la realtà così com’è (cercando di tenere conto di tutti i fattori che la compongono) è un compito impegnativo e di grande soddisfazione. La soddisfazione vera sta nel fatto che anche noi, facendo il giornale, impariamo qualcosa. E quando accade, come in questo caso, ci prendiamo gusto e andiamo avanti: ecco perché apriamo il numero di questa settimana con l’intervista al nostro vescovo sul ddl Zan.

Come spesso accade, Sua Eccellenza con le sue risposte non “chiude” le questioni, ma le riapre. Per me a volte è un po’ snervante “inseguirlo”, perché di solito ho già in mente dove voglio andare a parare… E invece con il vescovo le cose non vanno mai come (egoisticamente) mi augurerei. Mi piacerebbe fare meno fatica e avere delle belle risposte “pronte”, che non mi costringano a fare un cammino di approfondimento (e magari anche a cambiare idea).

Anche stavolta, vi avviso, è andata così. Ma se volete uscire dalla solita logica del “con me” o “contro di me”, vale veramente la pena impegnarsi in questa lettura. Siamo partiti dall’affrontare il ddl Zan e siamo arrivati a parlare (con grande profondità, e con alcuni “affondi” che vi stupiranno) del rapporto tra clero e laici. Ma che cosa c’entra tutto questo con il ddl, vi chiederete? C’entra eccome, se vogliamo evitare l’errore di “accomodarci” nella confortevole trappola dell’ideologia (anche “cattolica”). Una trappola che, senza che ce ne accorgiamo, mortifica la nostra responsabilità.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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