La pediatra Sabrina Camilli
Ma non è seduto troppo vicino alla tv? Non ti sembra che sia leggermente strabico? E dobbiamo mettergli gli occhiali da sole e il cappellino con la visiera fin da neonato? Gli occhi sono una parte molto preziosa e delicata del nostro volto, ed è comprensibile che il loro stato di salute e la loro tutela siano una fonte di dubbi e preoccupazioni per i genitori. Ma quali sono gli aspetti a cui davvero bisogna prestare attenzione e quali sono le visite effettivamente necessarie? Lo abbiamo chiesto alla nostra pediatra di fiducia, la dottoressa Sabrina Camilli.
Dottoressa, a che età bisogna iniziare a far visitare gli occhi dei bambini dal pediatra?
«Nei bilanci di salute che i bambini eseguono presso il pediatra vengono fatto alcuni controlli. Uno dei più importanti è il primo, quello che si esegue subito dopo la nascita o entro il primo mese di vita, in occasione del primo bilancio di salute. In quel contesto si valuta il cosiddetto riflesso rosso in un ambiente poco illuminato con l’oftalmoscopio: rivolgendo un fascio di luce sulle pupille del neonato, il pediatra vede la parte interna dell’occhio, o meglio alcune strutture interne dell’occhio. Se quelli che si trovano davanti alla retina sono trasparenti, l’interno oculare appare rosso. Altrimenti si potranno vedere delle opacità, come piccole macchie biancastre: potrebbero essere i segni di una eventuale cataratta congenita, di possibili infezioni o addirittura di tumori. Inoltre si potranno valutare il riflesso di ammiccamento, il riflesso pupillare e riflesso corneale, che valutano per esempio la reazione degli occhi alla luce».
Quando si deve sottoporre il proprio figlio al test di Lang?
«Nel bilancio dei due anni e mezzo si potrà eseguire lo “Stereo test” o “test di Lang”, che consiste nel far vedere al bambino una cartolina con delle immagini formate da tanti punti neri e che è possibile vedere bene solo se non vi sono problemi di visione da entrambi gli occhi, dimostrando di avere una visione binoculare corretta. Generalmente vi sono raffigurate l’immagine di una stella, o di un gatto o di una macchina. Se il bambino non riesce a vedere le figure della cartolina e non le indica con il dito, significa che non ha una visione binoculare. Questo accade perché potrebbe essere affetto da strabismo, da ambliopia o da altri difetti che riducono in modo asimmetrico la capacità visiva».
E dopo questi due appuntamenti, quando bisogna far visitare nuovamente gli occhi?
«Dai tre anni in su è possibile eseguire una visita oculistica con la classica tavola ottotipica per i bambini, raffigurante immagini e i simboli (come per esempio disegni, elementi geometrici, letterine) che lui deve riconoscere e indicare. I simboli saranno disposti su più righe, in ordine decrescente, sempre più piccoli: il bambino potrà vederli e dirli al pediatra chiudendo prima un occhio e poi l’altro».
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