Essere nemici a casa di Pietro

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

apriamo Voce con il nostro vescovo, che ci ha rilasciato un’intervista (molto interessante, e con un aneddoto curioso) in occasione degli otto anni di pontificato di papa Francesco. Dalle parole di monsignor Gallese emerge una figura di Papa a tutto tondo: uomo del suo tempo, profondo conoscitore del Vangelo, testimone “scomodo” della fede.

Sì, scomodo: come dice il vescovo, «capire papa Francesco è stato ed è una fatica, perché è fuori da tanti schemi, a cui eravamo abituati, legati alla figura del Santo Padre. E poi ha delle idee controcorrente, rispetto alle solite modalità ecclesiali». A me sembra che Francesco sia uno che sfugge a qualunque forma di “santino” gli si voglia cucire addosso.

Mi ricorda un passo del Vangelo di Matteo, la missione dei Dodici, che mette in discussione un certo buonismo (un “volemose bene”, a prescindere da Cristo) e che spesso ci sembra esagerato: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada». Ma come, Cristo non porta la pace? E subito dopo: «Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre, tra figlia e madre, tra nuora e suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua» (Mt10,34-36). I nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua: ecco, pensiamoci bene prima di dire qualcosa di cattivo su Francesco, il pontefice più travisato dell’epoca moderna. Magari, prima di fare quelli che pensano di saperne di più (del Papa!) proviamo ad andare alla fonte.

Non accontentiamoci dei resoconti giornalistici o televisivi, che “perdono” sempre qualcosa anche quando sono in buona fede. Da giornalista, ma ancor prima da cristiano, cerco di evitare di cadere nella stessa trappola. Non vorrei proprio essere “nemico” a casa del Papa: perché casa sua è dove abito anch’io.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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