«Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare»

“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli

All’inizio del lungomare nord di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) c’è una scultura con uno scritto che attira l’attenzione. Come altre persone, quando l’ho vista la prima volta, ho avuto qualche perplessità. Ho pensato che quel messaggio favorisce l’ozio… Mi sono informata adeguatamente per cancellare i dubbi. “Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare” sono parole in acciaio che caratterizzano l’originale monumento.

Il poeta italiano Dino Campana (1885-1932) in un suo componimento letterario scrisse: “Fabbricare, fabbricare, fabbricare, preferisco il rumore del mare”. Molti anni dopo, lo scultore e pittore piemontese, Ugo Nespolo, prende in considerazione quei versi, li riadatta, ma salvaguardando il senso. La scultura a forma di uovo è ben visibile nei suoi sette metri e il motto, collocato in verticale, si erge su una possente e solida struttura a tre piedi rosso fuoco. Le parole sono in stampatello maiuscolo con varie tonalità d’azzurro e nella loro semplicità nascondono un invito a riscoprire i valori più sani della vita, ma inizialmente dividono l’opinione pubblica. A molti appare un messaggio irriverente, come se gli abitanti della bella e operosa città della riviera adriatica fossero degli “scansafatiche”.

Guardando però, da vicino, si nota una targa posta sul monumento in cui l’artista spiega che l’opera intende criticare gli aspetti negativi del lavoro: avidità, invidia e desiderio che impediscono di godere dei doni più belli creati da Dio. Sul piedistallo ci sono alcune frasi che evidenziano l’invito alla riflessione, alla tranquillità e alla meditazione, in netta contrapposizione ad una società sempre frenetica. L’inaugurazione dell’opera risale al 1998. Ormai critiche e controversie dell’epoca sono definitivamente annullate. Ecco, questa è la storia di un monumento che è parte integrante di un irrinunciabile e caratteristico arredo urbano.

Proseguendo nel cammino, per arrivare al faro, c’è una strada dedicata a Jonathan Livingston, l’affascinante gabbiano descritto da Richard Bach nel suo libro diventato un best-seller del secolo scorso, il cui monumento è posto quasi alla fine del percorso e si legge: “Al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di noi tutti”. E’ la mia passeggiata preferita. Sulla parete di massi che costeggiano il mare ci sono ammirevoli sculture create da vari artisti italiani e stranieri. Le mie emozioni…

Verso il mare” di Cinzia Porcheddu: anch’io vado verso questa meraviglia e sempre con stupore. “Meditazione” di Pasquale Liberatore: di fronte all’immensità del mare il pensiero riconoscente va a Dio Creatore. “Danza di Clowns di fronte al mare” di Mario Borgna: allegria! “A Sud, dove alte le rocce chiudono la baia, ad occhi chiusi ti lasci sprofondare” di Rosanna Di Marco: beatitudine! La bellezza salva il mondo! Anch’io “… preferisco il rumore del mare”!

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