“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli
Mi capita spesso di sentir parlare o leggere di nemici, e ce ne sono purtroppo tanti, che per loschi interessi rovinano la comunità, non si pentono mai dei loro misfatti, neanche nell’ultimo momento della vita e quando muoiono sono maledetti da chi non osava parlare per paura.
Mercoledì 17 scorso, il giorno delle Ceneri, è morto Raffaele Cutolo (nella foto di copertina) di cui don Maurizio Patriciello, parroco di San Paolo Apostolo, Parco Verde Caivano, nella nota Terra dei fuochi, ha scritto su Avvenire di venerdì 19 febbraio nel suo editoriale “Cutolo: morte seminata e vita sprecata – Le Ceneri e il giudizio”. Mi ha colpito il finale: «Adesso sei al cospetto del buon Dio… Mi piace pensare che, chissà, ti starà mostrando l’altra tua vita, quella che aveva previsto per te e che tu, nel tuo delirio di arbitraria, sciocca, sanguinaria onnipotenza, non hai mai vissuto….». Che tristezza!
Io, oggi, voglio scrivere invece di quei nemici considerati tali perché “antipatici”, non quindi quelli che uccidono, rubano o altro. Uomini e donne che, per varie motivazioni, fingiamo di non vedere quando li incontriamo, o voltiamo la faccia dall’altra parte… Non è una novità perché da sempre esistono, ma se vogliamo possiamo capovolgere la situazione, facendo un serio esame di coscienza. Cerchiamo di considerare le persone come amici. Occorre rendere “simpatici” gli antipatici.
Con umiltà… Salutiamo noi per primi e con un sorriso sincero; iniziamo, se possibile, un dialogo chiedendo notizie sulla loro salute, condividiamo dispiaceri e gioie, ricordiamo episodi del passato che hanno lasciato un buon segno, consoliamo e diamo speranza.
L’Amore per il prossimo si manifesta attraverso l’attenzione e l’ascolto. Lasciamo parlare loro, più che parlare noi, magari seduti accanto ad un tavolo in un bar a bere la bevanda preferita per stare un po’ insieme. Facciamo appello alla sapienza del cuore. I nemici, in verità, sono quelli che abbiamo dentro di noi, che dobbiamo riconoscere e combattere perché ci avvelenano la vita: l’indifferenza, la sfiducia, l’egoismo, l’invidia, il pensare male degli altri, il giudicare trovando la pagliuzza nell’occhio altrui, il ritenerci sempre dalla parte della verità e della giustizia, il rifiutare confronti, il pessimismo che rende il mondo tutto nero… Abbandoniamo la commiserazione perché è deprimente. Poveri noi…! No! Così siamo vittime e invece vogliamo essere vincitori sui mali che ci affliggono. Nemici mai! Amici sempre!
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