La Rgp vuole costruire un impianto a biometano
Dopo la notizia del probabile posizionamento del deposito di rifiuti radioattivi nell’alessandrino, la nostra provincia viene travolta ancora da un altro possibile scenario che potrebbe mettere in pericolo l’ambiente. Il protagonista in questione è l’impianto a biometano che “Rgp Biometano srl” vuole costruire a Valmadonna. L’azienda, con sede legale a Genova, aveva presentato la richiesta di autorizzazione nel novembre del 2019. Una prima zona per l’impianto era stata individuata in Valle San Bartolomeo, poi la decisione di spostare tutto a Valmadonna, vicino a strada Porcellana.
Il progetto
La Rgp Biometano conta sette impianti di biogas in giro per l’Italia. Nello specifico, il biogas che si intende produrre proviene da matrici di origine agricola: si tratta di reflui zootecnici, ovvero rifiuti prodotti da un allevamento di animali domestici (come il letame, biomasse vegetali e legname di scarto). Nel progetto presentato dalla Rgp preoccupa il fatto che la percentuale di rifiuti reflui sarà del 50%. E questo, oltre a danni ambientali e di salute per i cittadini, significherebbe anche odori fastidiosi non solo nella zona di Valmadonna, ma anche nelle zone limitrofe. A questo aspetto si aggiungono le altre criticità messe sul tavolo: lo stravolgimento del paesaggio, ma soprattutto la viabilità, dal momento che per garantire il funzionamento dell’impianto sarebbe necessario il passaggio di quattro mezzi pesanti all’ora.
La reazione
La reazione della gente non si è fatta attendere. Il comitato “No-Biogas Valmadonna”, costituito a inizio 2021 dai residenti della frazione Valmadonna, ha già abbondantemente superato il migliaio di iscritti (per un sobborgo che conta 2.283 abitanti). Ed è disposto a dar battaglia anche il celebre regista Luca Guadagnino, che da poco ha comprato una casa proprio in quella zona. Lunedì 15 febbraio, intanto, il comitato ha manifestato davanti a Palazzo Rosso, ad Alessandria. Valmadonna, e non solo, si è mobilitata: un sit-in distanziato con adulti e bambini uniti dietro un unico striscione: “No Biogas a Valmadonna: alziamo la voce!“.
Il Comune di Alessandria
Anche il Comune si è schierato, definendosi «politicamente contrario al progetto di impianto di biogas a Valmadonna». «Abbiamo ricevuto i cittadini del Comitato e siamo insieme a loro nel portare avanti una azione congiunta per esaminare tutti gli aspetti di questo progetto» commenta il vicesindaco Davide Buzzi Langhi, che poi aggiunge: «Valmadonna è uno dei sobborghi per eccellenza del nostro Comune, sicuramente non vogliamo creare problemi in quel bel sobborgo. Quindi i pareri che invieremo alla Provincia saranno più negativi possibile: abbiamo incaricato i nostri dirigenti di fare tutte le dovute valutazioni tecniche».
La Provincia
Il proponente ha già acquistato i terreni su cui costruire l’impianto, vantando così tutti gli interessi legittimi del caso. Al Comune, e agli altri enti preposti, il compito di trovare le motivazioni giuste e concrete per affermare il proprio “no”. A prendere la decisione definitiva sarà poi la Provincia, l’ente ultimo incaricato di mettere la conferma “ambientale” sugli insediamenti produttivi.
Il primo risultato ottenuto dal comitato è stato quello di far rimandate la Conferenza dei servizi, l’assemblea dove tutti i documenti vengono esaminati anche alla presenza delle associazioni ambientaliste e dei comitati dei cittadini. L’incontro era fissato per martedì 23 febbraio, ma è stato spostato all’11 marzo. Una decisione presa per dare la possibilità ai tecnici che il comitato ha interpellato di prendere visione di tutta la documentazione della Rgp.
I documenti
E proprio all’interno dei documenti presentati alla Provincia di Alessandria si legge anche una nota dell’Arpa Piemonte: «Nulla si ha da obiettare sulla tipologia impiantistica e sulle soluzioni tecniche adottate. Qualche perplessità si ravvisa sull’impatto ambientale che si verrà a generare soprattutto in relazione all’area di inserimento che, pur in zona agricola, si trova a ridosso ed in prossimità di insediamenti residenziali». Sulla stessa linea anche l’Asl di Alessandria che «esprime perplessità sulla realizzazione ed esercizio dell’impianto limitatamente agli aspetti di carattere igienico-sanitario di competenza». La partita rimane aperta, in attesa degli sviluppi della complessa “macchina” burocratica.
Alessandro Venticinque
Leggi anche gli articoli:
-
Impianto biometano a Castellazzo: il Tar blocca il progetto
-
Rifiuti radioattivi: scatta l’allarme
-
Deposito nucleare: parlano i cittadini
-
Nucleare? «Bosco Marengo ha già dato»
-
Lavori di “pulizia” per l’ex discarica
i nostri approfondimenti su La Filippa 2.0:
-
Parla Vaccari: «La Filippa 2.0 non deve spaventarvi»
-
La Fraschetta non vuole La Filippa 2.0
-
Vaccari rinuncia