“Squalificati” pur rispettando le regole

Maria-Chiara Panizza dell’associazione sportiva Funny Time

Sul numero 38 di Voce avevamo intervistato Andrea Petris, che si occupa della gestione delle piscine del Pianeta Sport. Oggi invece abbiamo la testimonianza di Maria-Chiara Panizza (nella foto qui sotto), vicepresidente dell’Associazione sportiva dilettantistica Funny Time, che gestisce l’impianto natatorio della Piscina Scuola Vochieri. Maria-Chiara ci racconta la situazione dopo la chiusura forzata imposta dal Dpcm del 24 ottobre.

Maria-Chiara, prima di questa nuovo stop riuscivate a seguire i protocolli correttamente?
«Sì, riuscivamo ad seguire bene le disposizioni. Per la riapertura delle piscine abbiamo attuato tutta una serie di adattamenti seguendo le linee guida, sia nazionali sia degli enti di promozione sportiva e della federazione cui facciamo riferimento. Non dobbiamo dimenticare, comunque, che già normalmente chi gestisce un ambiente come il nostro fa attenzione a tutta una serie di regole ed effettua costanti controlli. Noi abbiamo riaperto a settembre e non a giugno, essendo legati al calendario scolastico. Durante l’estate abbiamo fatto attività all’aperto presso le Piscine Pool Club a Castellazzo Bormida, nell’ambito di una collaborazione consolidata da anni, ma con numeri non paragonabili alla stagione invernale».

Siete ripartiti con gli stessi numeri di prima?
«No, i numeri ovviamente erano inferiori a prima, non si può dire di essere ripartiti completamente nemmeno a settembre. Oltre all’obbligata diminuzione degli accessi alle piscine, imposta dai protocolli, le persone stesse erano insicure di riprendere le loro attività sportive, anche se la presenza di cloro nelle vasche fa sì che l’ambiente sia estremamente sicuro. Su questo punto devo fare una precisazione: accomunare palestre e piscine non è del tutto corretto, proprio la presenza del cloro rende ancora più sicura l’attività delle seconde rispetto alle prime, che rimangono comunque ambienti in cui il pericolo di contagio è molto basso, seguendo le dovute precauzioni».

La chiusura voluta dall’ultimo decreto è stata la soluzione più giusta?
«Di certo la situazione in giro è decisamente negativa e non è mia intenzione commentare le decisioni governative. La situazione che stiamo vivendo è senza precedenti, anche se forse la primavera doveva insegnarci qualcosa su come ci saremmo dovuti comportare in autunno. Il Piemonte è stato inserito nelle zone rosse e quindi la conseguenza è stata la chiusura generalizzata che non mi sento di giudicare, è possibile solo constatare le gravi ripercussioni in tutti i settori. Ciò che però ha deluso chi agisce nel settore natatorio non è stato tanto l’aver chiuso le piscine, ma come ci hanno fatto fermare. Ha dato fastidio sentirsi dire “bravo” e poi dover chiudere. Giovedì 22 ottobre alla Piscina Scuola Vochieri abbiamo ricevuto i controlli dei Nas inviati dal Ministero e li abbiamo superati brillantemente. Nonostante ciò, è arrivata la chiusura: pur facendo tutto quel che era necessario abbiamo dovuto chiudere lo stesso. Il peggior affronto che si può fare a uno sportivo è “squalificarlo” nonostante abbia rispettato tutte le regole».

Cosa ci dice del nesso che c’è tra lo sport e il benessere psicofisico?
«L’Associazione sportiva dilettantistica Funny Time ha come scopo primo “promuovere lo sport per il benessere psicofisico delle persone in ogni fase evolutiva”. Il nostro obiettivo è proprio quello di svolgere attività che facciano stare bene bambini, ragazzi e adulti, anche con l’acqua-fitness, con un occhio di riguardo verso i diversamente abili. Per tutti loro questo stop è stato particolarmente difficile, l’acqua era per loro un ambiente molto favorevole».

Si aspetta una ripartenza dell’attività sportiva nelle piscine entro fine anno?
«Pochi giorni fa c’è stata la web conference del settore e sono emerse tutte le difficoltà del momento, la sensazione è che difficilmente si potrà ipotizzare una ripartenza prima della primavera. E non è nemmeno scontato che si possa riprendere allora, forse dovremo addirittura aspettare fino all’estate 2021, anche se ovviamente non ce lo auguriamo. Da buoni sportivi cerchiamo di non arrenderci, ma siamo in una fase di stanchezza. Se nel primo lockdown c’era comunque voglia di fare, adesso prevalgono l’amarezza e la preoccupazione».

Come siete messi a livello economico?
«A marzo gli associati avevano già corrisposto la quota per l’attività dell’ultimo periodo della stagione, che non è potuta iniziare. Dunque, vista la situazione, a chi ha ripreso l’attività a settembre abbiamo mantenuto buona l’intera quota, facendo come se non ci fosse stata interruzione. Abbiamo voluto così venire incontro ai nostri associati. Purtroppo però abbiamo perso gran parte degli usuali entrate di inizio stagione, e avere accesso agli aiuti del Decreto ristori non è facile».

Perché, secondo lei, è possibile andare a Messa ma non in piscina? Perché Messe sì e attività sportiva no?
«Le distinzioni che sono state fatte tra le diverse attività sono davvero difficili da comprendere; per chi le fa sono tutte essenziali e indispensabili. Cerchiamo comunque di cogliere il lato buono almeno in questo: non possiamo allenare il fisico, ma possiamo continuare ad allenare lo spirito!».

Marco Lovisolo

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