L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
l’intervista che apre questo numero (e che vi consiglio caldamente di leggere) è al nostro vescovo. Il tema è impegnativo: “Fratelli tutti”, la nuova Enciclica di papa Francesco che ha suscitato reazioni contrastanti tra le due “fazioni” che oggi dominano la scena dei media, anche religiosi. I “bergogliani”, da una parte, apprezzano la novità di un documento che sembra volersi spogliare da un linguaggio “ecclesialese” ed enfatizzano (spesso forzandole) le parole del Papa su proprietà privata («[Essa] non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto», scrive il Pontefice), fame nel mondo, migrazioni e guerre («Il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone […] è dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza»).
Cambiando lato, osserviamo le rimostranze degli “anti-bergogliani”, che accusano Francesco di aver ceduto ai valori dell’Illuminismo e ai poteri forti raccoltisi attorno a un nuovo governo mondialista, arrivando a mettere in dubbio la liceità del suo stesso essere Pontefice. Il rimpianto è per i tempi felici di Benedetto XVI (a cui di certo non rendono un buon servizio), considerato come il vero “sovrano” ingiustamente usurpato del titolo.
Bene… E la Voce da che parte sta? A volte mi sento tirato per la giacchetta, dall’una o dall’altra fazione, e cerco di non farmi prendere da questa logica del «Tu per chi tieni?». Su Voce mi sembra più corretto dare spazio a chi ha qualcosa di cristiano (e di interessante) da dire, senza schierarmi ma con curiosità. E del Papa penso quello che dice mia madre: «Quell’uomo [Francesco], mentre eri in ospedale per il Covid, mi ha tenuto compagnia, mi ha voluto bene». Grazie, Santità. E grazie, mamma, che mi hai trasmesso la fede.