Nuova edizione di “Benedetta economia”

“La recensione” di Fabrizio Casazza

La prima edizione uscì in concomitanza con la crisi finanziaria del 2008; la seconda ora, mentre affiorano i problemi determinati dall’emergenza sanitaria. “Benedetta economia” (Città Nuova, pp 126, euro 12) parte da un presupposto, ben descritto da Stefano Zamagni (nella foto), attualmente presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali: «La vita in comune tra uomini è cosa ben diversa dalla mera comunanza del pascolo degli animali.

Nel pascolo, che pure presuppone una forma di convivenza, ognuno mangia per proprio conto e cerca, se gli riesce, di sottrarre cibo agli altri animali. Nella società umana, al contrario, il bene di ognuno può essere raggiungibile solo con l’opera di tutti» (p. 8).

In base a questo approccio il libro muove alcune critiche al concetto di meritocrazia, che legittima eticamente le diseguaglianze confondendo talento e merito. Scrivono gli autori, Luigino Bruni e suor Alessandra Smerilli: «Se quindi un sistema sociale premia chi è già capace, non fa altro che lasciare sempre più indietro i meno capaci, che non sono tali per demerito ma per la vita» (p. 22).

Due figure speciali che hanno segnato in questa direzione la storia europea sono san Benedetto e san Francesco, che hanno dato avvio a quella forma particolare di economia che è l’economia civile, che oggi sta tornando in auge. Un ruolo decisivo è su questo fronte giocato dai carismi, che sono «un dono di occhi capaci di vedere cose che gli altri (che non hanno quel carisma o che non ne partecipano) non vedono» (p. 28). Il carisma non è relegato al mondo spirituale ma irriga il campo del mondo, proprio come fecero i citati santi medievali.

Il volume, che rispetto alla prima edizione si differenzia soltanto nell’introduzione e nelle conclusioni, sollecita la riscoperta di un antico modello economico, che rappresenta un’efficace ancora di salvezza nel momento in cui una nuova e severa crisi economica si annuncia a breve. Per contrastarla non bastano pur importanti misure di sostegno alle famiglie e alle imprese ma occorre una nuova mentalità.

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