Un’estate “calda” per le nostre industrie

183a Indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Alessandria

La crisi affonda le economie mondiali. Nell’Eurozona, negli Stati Uniti, in Cina, si registra già dal primo trimestre dell’anno la drastica riduzione del Prodotto interno lordo, con attese in peggioramento. E a due cifre in negativo sono tutte le previsioni del Pil italiano 2020. Anche le aspettative degli industriali alessandrini sono negative, nel trimestre d’estate. Lo confermano i risultati della 183a Indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Alessandria, che rileva le previsioni di attività delle imprese associate per il trimestre luglio-settembre 2020.

I principali indici Sop che registrano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti presentano andamenti nel complesso in linea rispetto al precedente trimestre (e, ovviamente, molto peggiori rispetto all’andamento dello stesso trimestre dell’anno scorso), per la previsione dell’occupazione a -15 (era -10 nell’ultimo trimestre), per quella della produzione a -31 (era -28), per gli ordini totali a -31 (era -29). Gli ordini export sono stabili a -26, ed il 50% degli imprenditori del campione li prevede invariati.

Fortemente in calo è, invece, la previsione della redditività a -40 (era -29). Impennata anche della previsione di ricorso alla cassa integrazione formulata dal 48% degli imprenditori intervistati (era il 18% lo scorso trimestre) anche se sono sempre in maggioranza (il 73%) quelli che prevedono invariata l’occupazione. La propensione a investire, che segnala investimenti significativi o marginali, scende ed è dichiarata dal 59% degli intervistati (era il 68%), ed è in calo il grado di utilizzo degli impianti al 64% della capacità (era il 72%).

Il ritardo negli incassi aumenta ed è segnalato dal 60% degli imprenditori (era il 38%). L’indicatore di chi ha lavorato per più di un mese si riduce ed è al 60% (era 73%). I settori produttivi evidenziano previsioni difformi, in particolare andamenti tutti negativi per il metalmeccanico e la gomma-plastica, meglio per la chimica per occupazione ed export, e per l’alimentare con indici stabili per occupazione, e positivi per produzione e ordini totali, ma non per l’export. Per il settore dei servizi alle imprese i dati sono negativi, ma nel complesso non in peggioramento rispetto al precedente trimestre: la previsione dell’occupazione a -9, il livello di attività a -4, i nuovi ordini a -8, e la redditività a -11. Inoltre, nel raffronto dell’indagine di Alessandria con le previsioni a livello regionale piemontese si registrano indicatori molto simili.

I risultati dell’Indagine congiunturale, elaborata dall’Ufficio Studi di Confindustria Alessandria, alla quale hanno collaborato centosette aziende associate tra le manifatturiere e quelle dei servizi alla produzione, sono stati presentati in videoconferenza il 21 luglio dal presidente di Confindustria Alessandria, Maurizio Miglietta (nella foto), dal direttore, Renzo Gatti, e da Giuseppe Monighini, responsabile dell’Ufficio Studi.

«Per il prossimo trimestre – commenta Maurizio Miglietta, Presidente di Confindustria Alessandria – i nostri principali indicatori si attestano su valori molto negativi che non si toccavano dal 2009. La redditività è a picco, gli investimenti sono depressi come da un quinquennio almeno non si rilevava, ugualmente per lo scarso utilizzo degli impianti, mentre torna a livelli da molto tempo non più visti anche il ritardo dei pagamenti. Gli andamenti previsti sono sostanzialmente in linea con quelli della precedente rilevazione, e l’export registra un dato negativo ma stabile. Gli scenari economici mondiali sono drasticamente critici, tuttavia si impone una riflessione. Per il nostro settore industriale alessandrino, che comunque accusa perdite di fatturato molto significative, problemi di liquidità, un lavoro che comunque sta riprendendo a ritmi necessariamente ridotti, dobbiamo però considerare che si tratta di un comparto composto di aziende, in molti casi, fortemente votate all’innovazione e all’export, quindi con le caratteristiche giuste, unite a un capitale umano di ottimo livello, per tornare a competere sui mercati. Quando le condizioni, globalmente, miglioreranno».

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