Upo, un ateneo che cresce

I dati emersi dal 22° rapporto di AlmaLaurea

Il 22° rapporto sul profilo e sulla condizione dei laureati, promosso dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, ha confermato dati lusinghieri per l’Università del Piemonte Orientale. Durante la presentazione del rapporto, avvenuta giovedì 11 giugno in streaming, sono stati divulgati i risultati delle indagini che hanno coinvolto 76 università.

Per quanto riguarda i tirocini curriculari, l’Upo conferma trend positivo: il 79,8% dei laureati ha svolto tirocini, contro una media nazionale del 59,9%. Le esperienze di studio all’estero sono inferiori rispetto alla media nazionale (7,2% contro l’11,2%), mentre la percentuale di studenti lavoratori è in linea (65,2%). La situazione occupazionale è positiva. Tra i 1.442 laureati triennali intervistati a un anno dalla laurea, quasi la metà di essi decide di proseguire il percorso formativo; i dati raccolti riguardano i laureati immessi nel mercato del lavoro dopo il titolo.

A un anno dal conseguimento della laurea, il tasso di occupazione è dell’81,1% (la media nazionale è del 74,1%); la retribuzione è in media di 1.360 euro (1.210 euro la media italiana); il 77,6% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto (la media nazionale è del 58,3%). I laureati di secondo livello del 2018 contattati dopo un anno dal titolo sono 552, quelli del 2014 contattati dopo cinque anni sono 511.

Tra i laureati di secondo livello intervistati a un anno dal titolo, il tasso di occupazione è dell’82,6% (la media nazionale è del 71,7%); la retribuzione media è di 1.437 euro (la media italiana è di 1.285 euro); il 66,2% dei laureati considera il proprio titolo efficace per il lavoro svolto, mentre la media nazionale è del 61,5%. A cinque anni dalla laurea altri dati incoraggianti per i dottori Upo: il tasso di occupazione è dell’89,4% (86,8% la media italiana), la retribuzione media è di 1.530 euro (1.499 euro la media nazionale), l’efficacia del titolo rispetto al lavoro svolto è del 66% (media italiana: 65,3%).

«I dati del rapporto AlmaLaurea sono davvero molto soddisfacenti – commenta il rettore Gian Carlo Avanzi – e ci dicono chiaramente che la strada che abbiamo intrapreso ormai da alcuni anni è quella giusta».

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