“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Lecce cinque, Milano (Milan) non pervenuto, Napoli forse sette, Parma sei, Roma pure sei, Genova (Sampdoria) invece cinque, Sassuolo addirittura quattro (nella foto sopra), Ferrara da definirsi, Torino sei o sette, Verona in attesa (leggi anche Il calcio, tra Pil e tutela della salute).
Che cos’è, un lotto anomalo, un bingo schizofrenico o un nuovo gioco di ruolo? Nulla di tutto questo ma semplicemente il calendario della ripresa degli allenamenti da parte di alcune delle principali società di Serie A o, comunque, le date annunziate alla vigilia degli stessi.
Come è noto, secondo le prime linee guida diramate dalle autorità competenti, nulla osta a che possa riprendere la preparazione individuali anche nei centri sportivi di pertinenza delle varie società a condizione di evitare assembramenti e, soprattutto, di rispettare la rigorosa distanza di sicurezza tra gli atleti. Ecco dunque che alcune società, le più sollecite, si sono adoperate al fine di far ricominciare i loro uomini, magari a gruppi di quattro e con il più ferreo divieto di contatti fisici, oltre all’imposizione di fare la doccia a casa propria.
Mi rendo perfettamente conto del fatto che una simile prospettazione può apparire surreale, a taluni perfino comica, ma io la considero invece un grande punto di partenza per un giuoco del calcio che, in questo modo, si allinea perfettamente alla “Fase 2” in cui è appena entrato il resto della società.
È ben vero che con siffatte premesse non si può che dar ragione al Ministro Spadafora il quale ha ribadito come, per il momento, non se ne parli neppure, di ipotizzare un inizio del Campionato, ma è altrettanto vero che chiunque ami lo sport professionistico e pratichi quello dilettantistico o amatoriale (come il sottoscritto) conosce l’importanza della preparazione atletica e, per certi versi ancor di più, di quella psicologica che può scaturire semplicemente da una ripresa degli allenamenti utile a consentire agli atleti di ritrovare la forma gara da un punto di vista ancor prima mentale che non fisico.
È evidente che, in un contesto del genere, nessuno può ancora ipotizzare una data di ripartenza ma questo segnale di vitalità mi pare assai utile non solo a fornir stimoli e obiettivi agli atleti ma, ancor più, a gettare una sostanziosa secchiata d’acqua gelida sul rovente fuoco delle polemiche che avevano animato parte del mondo dello sport da un lato, e le istituzioni repubblicane dall’alto.
Ai primi, giusto per ricordare l’assoluta eccezionalità del momento, avrebbe forse fatto bene osservare le immagini della Messa della Salve di Alessandria, per la prima volta seguita in streaming per consentire l’omaggio a una Patrona che forse neppure in tempo di guerra era stata costretta a un tale forzato distacco dai suoi devoti fedeli.