“La pediatra risponde” di Sabrina Camilli
C’entra il nostro stile di vita?
Come medico e pediatra (leggi anche Coronavirus: adesso i bambini sono a rischio?) mi occupo anche di medicina funzionale, una branca della medicina che si occupa dei meccanismi dello stress. Hans Selye studiò nel 1936 la reazione allo stress su alcuni topolini e vide che in essi si verificava prima un’infiammazione dello stomaco (gastrite) e poi un’immunodepressione. Quindi, quando siamo sottoposti a stress in modo intenso o prolungato per un periodo, abbiamo una conseguente e successiva immunodepressione. Questo spiega come il “paziente 1” di Codogno, dopo aver fatto due semi-maratone e una partita di calcio in pochi giorni, si sia ammalato. Le sue difese immunitarie, infatti, si sono ridotte dopo un grave stress “sportivo”.
Da questo dobbiamo individuare come reagire e nutrire il nostro corpo in modo da non ammalarci gravemente. Il nostro organismo ha bisogno di seguire dei ritmi prefissati naturalmente, come il ritmo sonno-veglia. Dormire 8 ore a notte per un bambino è fondamentale, e se sotto i tre anni, con un eventuale sonnellino pomeridiano. Durante le ore notturne e di sonno il corpo si depura e rigenera come ci insegna la fisiologia. Un altro ritmo importante è quello alimentare: ricordo quanto sia fisiologicamente importante fare una colazione abbondante da “re”, un pranzo altrettanto completo detto da “principe”, e una cena che deve essere modesta, non carica di grassi animali, insaccati e un’eccessiva quantità di carboidrati (pane, pasta, pizza, patate). L’altro ritmo importante è quello intestinale: i nostri bambini, come noi adulti, devono avere “pancini” sgonfi ed evacuazioni di feci quotidiane o almeno ogni due giorni. Se facciamo in modo di rispettare i ritmi fisiologici dei nostri bimbi, essi saranno meno a rischio per le malattie infettive. E se seguiremo queste norme (leggi anche Coronavirus, evitiamo allarmismi) anche noi adulti affronteremo sicuramente meglio le infezioni stagionali e non.
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