Il bacio in tv, la dottrina e la speranza

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici,
cari lettori,
per il paginone di questo numero (dedicato alla Festa degli Innamorati) ho ripreso in mano l’Amoris Laetitia di papa Francesco. Ho trovato una capacità di realismo sul “mondo” e sulla situazione della nostra Chiesa che mi ha profondamente colpito. Vi segnalo alcuni brani, con l’invito a rileggere un documento che all’epoca (era il 2016) probabilmente non abbiamo colto nel suo valore. Il Papa, nel secondo capitolo “La realtà e le sfide delle famiglie”, scrive che «come cristiani non possiamo rinunciare a proporre il matrimonio allo scopo di non contraddire la sensibilità attuale, per essere alla moda, o per sentimenti di inferiorità di fronte al degrado morale e umano». Benissimo. Ma poi ci sorprende: «Al tempo stesso dobbiamo essere umili e realisti, per riconoscere che a volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo, per cui ci spetta una salutare reazione di autocritica». Autocritica?

«Per molto tempo abbiamo creduto che solamente insistendo su questioni dottrinali, bioetiche e morali, senza motivare l’apertura alla grazia, avessimo già sostenuto a sufficienza le famiglie, consolidato il vincolo degli sposi e riempito di significato la loro vita insieme». Le questioni dottrinali: anche oggi tendiamo a porci in contrapposizione con il “mondo” esibendo la dottrina, che a nessuno interessa più. Le questioni morali, poi… se avete visto il Festival di Sanremo, vi dovreste essere accorti di quello che abbiamo seminato, come cattolici, negli ultimi 50 anni: una vergogna. Che effetto vi ha fatto il bacio in bocca di Achille Lauro al suo chitarrista sul palco dell’Ariston? Come lo avete spiegato ai vostri figli (o nipoti)? L’intervista al nostro Vescovo, qui a destra, mi ha chiarito diversi dubbi. E mi ha ridato speranza.

direttore@lavocealessandrina.it