Il punto di vista
Una domanda vitale
Scrivo questo mio primo punto di vista nell’anno nuovo 2020, che auguro a tutti sereno, pensando a quei giovani che dichiarano: “L’amore è eterno finché dura”. Mi rivolgo a loro con questa lettera.
Carissimi, vi chiedo innanzitutto di abbandonare i banali giudizi. Non guardate i cattivi esempi, ma quelli buoni che ci sono, più di quanto pensiate. Voi avete l’intelligenza, ma vi manca lo sguardo che sa andare oltre la quotidianità che spesso delude. Non credete nel matrimonio come sacramento religioso cristiano e non lo ritenete valido come istituzione privata e pubblica; preferite la convivenza. Nei rapporti amorosi, se accadono fratture, niente vostre responsabilità, niente assunzione di probabili colpe, niente sacrifici… Ognuno per la propria strada, senza pentimenti, per ricominciare magari una nuova relazione con un’altra persona fino a quando il cerchio si chiude con vari pretesti per troncare il legame.
Non gradite gli impegni duraturi, è più facile “tagliare” che “cucire”. Fermatevi e riflettete. Le scelte sbagliate potrebbero rovinare le vostre esistenze. Non fatevi catturare dal pessimismo, pensate alla positività e alla bellezza. Cercate e trovate l’ottimismo in persone pacifiche che hanno vissuto, nel bene e nel male, lunghi anni insieme. Il cammino su questa terra non è affatto facile, ma affrontarlo con la stessa persona è una consolazione. Non è cambiando spesso che potete stare bene. Se il primo amore non è quello che volete, provate con un secondo e poi con un terzo e così via… e finite magari di rimpiangere il tempo sprecato. Non vale la pena di amareggiarvi perché così è il mondo e voi non potete far nulla per cambiarlo. Potete, invece, alzarvi dalla massa delle pecorelle lamentose, mostrare il vostro coraggio e il buon senso nell’andare controcorrente. Dovreste essere fieri della vostra diversità di pensiero! Forse voi giovani non sognate, non sperate nel domani è un altro giorno… È vero ciò che dicono i sociologi: viviamo in una società liquida, dove tutto scivola via senza lasciare tracce significative, domina la cultura del “tutto e subito”, prevale l’“io” e non il “noi”, ma sicuramente l’essere vale più dell’avere. Voi potete fare tanto per far crescere il meglio che c’è dentro e fuori di voi. Non abbandonate il lavoro d’introspezione: più conoscete voi stessi e più conoscete gli altri. È fatica che porta, però, soddisfazione e la pazienza è la virtù dei forti. Fate della vostra vita un’opera d’arte!
Adriana Verardi Savorelli