Il nuovo libro di Timothy Radcliffe

La recensione

“Una verità che disturba” edito da Emi. Come credere al tempo dei fondamentalismi

Timothy Radcliffe (nella foto) dal 1992 al 2001 fu Maestro (cioè Superiore generale) dell’Ordine dei Frati Predicatori. Lasciato il compito di governo è tornato in Inghilterra, da cui si è dedicato a conferenze e incontri in ogni parte del mondo. Da questa intensa attività nasce il suo ultimo libro, “Una verità che disturba”, appena pubblicato da Emi (pp 143, euro 15), che raccoglie interventi tenuti tra il 2012 e il 2019. La riflessione verte innanzi tutto sul fondamentalismo, che sollecita il cristianesimo a mostrare di aver compreso la sofferenza degli scartati. Ciò non significa abbassare il livello della proposta: «Se noi “commercializziamo” il cristianesimo come un innocuo hobby che non impegna più di tanto, chi se ne darà pensiero?» (p. 17).

In questa linea si colloca anche il rilancio del ministero ordinato: «Il sacerdozio fiorirà nel XXI secolo se la gente vedrà che noi preti abbiamo una vita piena di grazia e non solo un lavoro impegnativo. E se, in secondo luogo, vorremo stare vicini alla vita delle persone in tutta la sua complessità e ricchezza. Allora saremo ministri della vita abbondante di Dio» (p. 87). Radicato nel silenzio di Dio, pronto all’ascolto dei fedeli, impegnato ad abilitare gli altri a esercitare le competenze che lui non possiede, impregnato della gioia del Risorto, il prete vive quello che il beato Pierre Claverie, vescovo e martire, chiamava «martirio bianco» (p. 41): si tratta del dono di sé goccia a goccia negli incontri quotidiani. Nutrimento imprescindibile del cristiano è la meditazione della Parola di Dio, lasciandosi sconvolgere da essa, senza pretendere di trovare la dimostrazione delle proprie tesi. Il libro rappresenta una scorrevole, interessante e piacevole riflessione su alcuni nodi della cultura e delle prassi pastorali contemporanee. Trovare nuove strade per l’annuncio cristiano, senza diluirne il contenuto e sminuirne la potenza rinnovatrice, è un impegno per tutti.

Fabrizio Casazza