Pensandoci bene

Il punto di vista

Quando un messaggio di WhatsApp…

Un messaggio ricevuto attraverso WhatsApp, mi ha fatto molto piacere perché lo ritengo appropriato per riflettere, comunicare, confrontarmi con il prossimo. “Pensandoci bene – Poi ho capito che così è la vita, poche cose che ti fanno felice e tutte le altre che ti fanno crescere”. Già… la vita! Stamane, domenica 27 ottobre, nella chiesa di Mezzano di Ravenna, che frequento in occasione della mia permanenza in questa cittadina romagnola per ricordare i cari defunti e i Santi, partecipo alla celebrazione eucaristica con tanta gioia. Come sempre guardo ammirata le mie amiche del gruppo “I legionari di Maria” che umilmente servono il Signore: chi accompagna una giovane non vedente; chi intrattiene benevolmente ma anche con fermezza i cari ragazzini con grandi occhi scuri e le bimbette con lunghe e fitte treccioline opera fantasiosa di mani esperte, tutti bellissimi di colore; chi con il sorriso passa tra i banchi per raccogliere le offerte dei fedeli.

Mi affascinano le belle voci dei giovani che cantano, tutti insieme lodiamo il Signore. Sono felice perché il parroco, con le sue omelie, riesce a coinvolgere e a interessare i presenti e ogni tanto accompagna i gesti liturgici con adeguati commenti. Gioisco quando i bambini, ben istruiti dai loro catechisti, interrogati sulla Parola del Vangelo, sanno rispondere con semplicità e con la saggezza che fa invidia a noi adulti. E ancora quando, verso la fine della Messa, da soli o accompagnati dai familiari, vanno incontro al parroco che li benedice col segno della croce. “Lasciate che i bimbi vengano a me!”: è l’invito del Maestro Gesù. Fuori dalla chiesa… Sono felice per il sole di ottobre che riscalda e fa pensare all’estate di San Martino che non delude. Una piacevole conversazione con gli amici, la promessa di rivederci un po’ più spesso, magari nel noto e accogliente bar davanti a un buon gelato che ancora si gusta con piacere. Un saluto mattutino, e spesso anche uno serale, con messaggi telefonici da parte di una persona lontana ritornata nel suo Paese, la Romania, che ho conosciuto e apprezzato per il suo infaticabile lavoro di prendersi cura di una nostra amica disabile, ormai scomparsa. Sono felice quando consolo chi ha bisogno e ascolto abbandonando l’egoistico “io”. Sì, sono felice perché mi rendo conto che dire con amore “per favore, grazie, scusa” in famiglia e nei rapporti con gli altri significa seminare bene. Perché so di potermi fidare di qualcuno, guida spirituale attenta, che mi corregge quando è necessario e m’incoraggia sempre ad andare avanti ricordando che Nostro Signore Gesù è la Via, la Verità e la Vita. Forse dimentico qualcosa, forse sono poche le cose che mi rendono felice, ma ci sono e questo mi basta!

Quali sono tutte le altre cose che mi fanno crescere? Pensandoci bene… sono le esperienze negative, la sofferenza fisica e morale che m’insegnano a non essere come il fariseo, che si sente giusto e disprezza chi non è come lui. Desidero essere come il pubblicano e crescere nella fede… Chiedo perdono e misericordia al buon Dio! Un anonimo pensatore ha detto: “Nasciamo per essere felici, non per essere perfetti. I giorni buoni ti danno la felicità, i giorni cattivi ti danno l’esperienza, i tentativi ti mantengono forte, le prove ti mantengono umano, le cadute ti mantengono umile, ma solo Dio ti mantiene in piedi”. Condivido pienamente e passo parola… Così è la vita!

Adriana Verardi Savorelli