Parrocchie di Valenza
Domenica 10 don Bodrati fa il suo ingresso a Valenza
Ha la voce un po’ roca, don Beppe Bodrati, mentre ci racconta del suo prossimo incarico pastorale. «Alla fine della celebrazione delle Cresime a San Pio V, il vescovo ha detto che dopo avermi nominato parroco a Valenza sono rimasto senza parole!». Scherza, don Beppe, ben consapevole che il suo spostamento da San Pio V e dal Cuore Immacolato di Alessandria alle parrocchie valenzane ha creato non poche discussioni. E qualche polemica.
Don Beppe, non tutti i tuoi parrocchiani hanno digerito questo “cambio”…
«Intanto diciamo che è stato inatteso, io stesso l’ho saputo pochissime settimane fa. Certo, dai giornali avevo appreso che a Valenza c’erano state situazioni di disarmonia ecclesiale con il ritiro del parroco del Duomo, e si sapeva che era in discussione un “riposizionamento” del clero. Non pensavo però che toccasse anche le mie comunità. E invece monsignor vescovo mi ha chiamato e ha manifestato la sua intenzione di mandarmi a Valenza, accorpando nella mia persona tutte le parrocchie, pur mantenendone l’autonomia canonica».
E tu che cosa gli hai risposto?
«Ho manifestato al vescovo la mia perplessità, anche per il fatto che nelle parrocchie di san Pio e del Cuore Immacolato, con fatica, è iniziato un percorso di collaborazione e integrazione che deve essere salvaguardato. Ma ora mi sento rassicurato: sono certo che il nuovo parroco, don Giuseppe Di Luca, continuerà su questa strada».
Che cosa diresti a chi ha manifestato, e continua a manifestare, la sua contrarietà?
«Intanto la decisione del vescovo non è stata presa a cuor leggero. La sua preoccupazione è soprattutto di tipo pastorale: la diminuzione dei preti e l’avanzamento dell’età media impone una presenza diversa sul territorio della nostra comunità. Non possiamo pensare di vivere nelle nostre comunità come 30 anni fa, quando il numero dei preti era il doppio. Questo significa che con pazienza e disponibilità le parrocchie devono imparare a camminare insieme, rimettendo al centro il bene comune: inteso non come somma dei singoli beni ma come ricerca di un percorso rinnovato, nella modalità pastorale che tutti insieme stiamo cercando».
Qualcuno ha scritto su Facebook: «Mandano via don Bodrati, io non vado più a Messa».
«Se uno risponde così, i casi sono due: o lui non ha capito nulla di quello che è stato il mio tentativo di far camminare insieme le due parrocchie, oppure io ho fallito, perché ho portato i fedeli ad “attaccarsi” alla persona del parroco e non a ciò che conta, che è la fede in Gesù Cristo e nella Chiesa».
Voltiamo pagina. Che cosa hai intenzione di fare a Valenza?
«La prima cosa per me è conoscere la situazione, cercando di armonizzare il mio servizio insieme con i due ex parroci che rimangono, don Abele Belloli e don Franco Farenga, che ringrazio per la stima e l’amicizia di cui mi onorano. Penso anche che essere l’unico parroco in città potrà favorire un sentirsi Chiesa insieme, senza campanilismi».
Un saluto e un messaggio ai tuoi ex parrocchiani di San Pio V e del Cuore Immacolato.
«Auguro alle due comunità di proseguire con il nuovo parroco il percorso di collaborazione e integrazione. Con la consapevolezza di voler costruire insieme la Chiesa di Gesù, in comunione con il nostro vescovo e i confratelli».
Dimmi la verità: non ti dispiace un po’ andartene?
«Sì, mi dispiace (sorride). Ma ho ricordato ai miei collaboratori, e lo ribadisco, che nel giorno dell’Ordinazione si promette obbedienza e filiale rispetto. Sono convinto che la decisione del nostro vescovo e dei suoi più stretti collaboratori vada nelle direzione di migliorare il clima di comunione e di fratellanza che deve caratterizzare la nostra Chiesa».
Andrea Antonuccio