Valenza
Quattro giorni con due partecipazioni da record, navigando sul Po e andando al cinema
Gli scout fanno sold-out. Si potrebbero riassumere così questi ultimi giorni: una serie di successi per il Gruppo scout Agesci Valenza 1, e non solo. Ma procediamo con ordine.
Valenza, sabato 28 settembre, primo pomeriggio. La sponda destra del fiume Po si popola: Inizia l’8a Randonnée sul fiume Po. Decine di giovani scout danno vita a zattere e imbarcazioni usando pali di legno, corde, bottiglie e bidoni di plastica. Arrivano anche alcuni temerari: c’è chi realizza una canoa con tubi di pvc, chi unisce bancali e bidoni stagni, e chi prova a combinare i diversi materiali galleggianti per un risultato singolare. I ragazzi mettono in campo le loro competenze apprese durante l’anno e ai campi estivi, il tutto condito con una buona dose di fantasia. Alcune imbarcazioni sono pronte: è tempo del varo e delle prove di galleggiabilità. La sicurezza è affidata ad alcuni Capi scout brevettati per il soccorso in ambiente fluviale presso la scuola “Rescue project”. C’è chi nuota, e chi deve sistemare pesi e galleggiablità.
Poi, la quiete: alle 18 c’è la Messa, presieduta da don Andrea Alessio. Alla celebrazione, sulla riva del fiume, prendono parte anche i lupetti della realtà scout della Madonnina con i loro capi del Valenza 2 e alcuni ragazzi dell’Oratorio delle parrocchie Duomo e Sacro Cuore. E poi, via: ci sono ancora zattere da assemblare e imbarcazioni da finire. Cala la sera, ma i lavori proseguono.
Domenica mattina, ore 8.45: i primi partecipanti alla Randonnée arrivano e sbrigano le ultime pratiche al banco delle segreteria: suddivisione in equipaggi, consegna dei salvagenti e delle pagaie e un ultimo ragguaglio su come vivere bene la discesa. Pronti? In acqua!
Sono 192 i partecipanti registrati: è record! Dal 2011 non si era mai vista così tanta gente. Tra gli scout c’è la zattera delle ragazze pon-pon, quella dei pirati e quella ispirata a Guerre stellari. E poi c’è l’equipaggio “Squadra di nuoto non sincronizzato” di cui fa parte anche una nonna ottantasettenne. Per non dimenticare la Banda Bassotti con cassaforte al seguito e la zattera dei Vigili del fuoco volontari di Valenza: sono in 14 su un’unica zattera! La navigazione prosegue tranquilla: canoe, kayak, zattere e barcé solcano le acque del fiume. C’è chi chiacchiera da una barca all’altra, chi si gode il sole e chi si ristora al bar galleggiante. Gli operatori della Croce rossa e gli scout nautici garantiscono che tutto proceda per il meglio. Dopo un paio d’ore i primi giungono alla spiaggia di Bassignana. Sono già in tanti ad attenderli: pian piano arrivano tutti e, dopo aver disassemblato tutto il possibile, si corre a pranzo. La Soms di Mugarone dà il meglio per sfamare i quasi 150 partecipanti. Per concludere, le immancabili premiazioni: c’è chi arriva da Lecce, chi da Vicenza, chi dal centro rafting “AqQua” di Vigevano. Senza dimenticare i più piccini, i più numerosi e i più fantasiosi.
La festa finisce, l’avventura continua: lunedì 30 settembre e martedì 1° ottobre al Cineteatro di Valenza si proietta “Aquile randagie” (nella foto qui sopra). Il film, ambientato tra il 1928 e il 1945, racconta la storia e le imprese di un gruppo di scout milanesi che decise di opporsi alle “Leggi fascistissime” e di proseguire le loro attività clandestinamente, restando fedeli alla loro Promessa scout e aiutando il prossimo in ogni circostanza. Grazie all’interessamento delle realtà scout valenzane e alla disponibilità del Valenza Teatro Social Club, entrambe le serate hanno visto la sala esaurire tutti e 97 i posti disponibili: scout in attività e d’un tempo, da Valenza, Alessandria, Casale Monferrato e Tortona si sono messi in poltrona insieme ad appassionati di storia e di cinema. Un film nato “dal basso” che ha dello spettacolare, non solo per i paesaggi dalla Val Codera (in provincia di Lecco), ma anche per i numeri che sta totalizzando: al botteghino è già al secondo posto in tutta Italia. Questo forse fa strano, ma si sa, come disse l’aquila randagia “Kelly”, «per essere fedeli, bisogna essere ribelli».
Giorgio Ferrazzi