Ernesto Pistoia: sindaco e…

ALESSANDRIA RACCONTA

Il politico alessandrino che fu anche presidente della Provincia

Ernesto Pistoia nasce a Isola Dovarese (Cremona) il 14 febbraio 1857. Si trasferisce giovanissimo ad Alessandria dove avvia un’attività di commerciante di mobili. Dopo una prima militanza nel partito repubblicano, resta affascinato dalla propaganda di Leonida Bissolati, decidendo così di scriversi al partito socialista. Esponente dell’ala riformista, si scontra spesso con i massimalisti Ambrogio Belloni e Umberto Recalcati. La sua carriera politica in ambito locale è molto rapida: prima consigliere comunale, poi assessore, e infine sindaco, succedendo il 28 giugno 1909 a Paolo Sacco, “l’orologiaio di Spinetta”. Pistoia rimane in carica sino al 1910 per lasciare spazio nuovamente a Sacco a cui subentra per un triennio il liberale Antonio Franzini. Le prime elezioni amministrative a suffragio universale maschile, celebrate nel mese di giugno del 1914, premiano i socialisti che tornano alla guida di Alessandria proprio con Ernesto Pistoia. La sua amministrazione – in un periodo oltremodo delicato coinciso con lo scoppio della prima guerra mondiale – si caratterizza per importanti interventi nel campo dell’assistenza sociale e nella politica fiscale. Promuove, in sinergia con il nuovo direttore scolastico Carlo Zanzi, l’accesso all’istruzione a ogni classe sociale favorendo il successivo inserimento nel mondo del lavoro. Pistoia è anche autore teatrale e presidente della filodrammatica dedicata a Virginia Marini. Alcune sue opere sono rappresentate sulle tavole del palcoscenico del teatro municipale.

Nel 1919 viene eletto deputato e l’anno successivo consigliere provinciale nel mandamento di Alessandria entro-mura. Nella seduta del 15 novembre 1920 lo stesso consiglio lo vota presidente con 33 voti favorevoli e 21 schede bianche. Dovrà però rassegnare le dimissioni, insieme a diversi consiglieri, a causa delle violenze del fascismo. Nicola Basile, nella sua celebre opera “La città mia”, ricorda che:«Una sua interruzione alla Camera ad uno degli spavaldi discorsi del fascista Edoardo Torre gli valse un’aggressione in pieno giorno in un bar alessandrino». Il forte clima intimidatorio nei confronti degli amministratori socialisti lo costringe ad abbandonare Alessandria per ritornarvi qualche anno più tardi. Un rapporto prefettizio del 1931 riporta che Pistoia: «Pur mantenendo fede ai suoi principi politici e frequentando i suoi vecchi compagni, da tempo non esplica alcuna attività politica». Muore il 19 giugno 1932 e ai suoi funerali partecipa una folla di amici tra cui il maestro, e futuro primo cittadino, Nicola Basile. Alessandria ha dedicato a Ernesto Pistoia una via che da piazza Turati conduce a Spalto Borgoglio.

Mauro Remotti