La vicenda di Arnaboldi

FAVOR DEBITORIS

Chi subisce un’esecuzione immobiliare è definito uno scarto umano

Ancora recentemente papa Francesco ha messo in guardia dalla “pericolosa e inaccettabile cultura dello scarto, non pone più l’uomo al centro, ma ricerca piuttosto l’interesse economico e il potere”. La vicenda Arnaboldi è l’esempio perfetto della cultura dello scarto. Ne hanno già trattato nel merito molti giornali e varie trasmissioni televisive, ma in questa sede vogliamo trarne alcune riflessioni, come abbiamo fatto con la vicenda di Sergio Bramini, di carattere morale. Arnaboldi subisce un’ingiustizia di Stato: tutto nasce da un esproprio illegittimo del suo terreno in Cecina, per la costruzione di un’autostrada, esproprio avvenuto senza il decreto autorizzativo.

È costretto a rivolgersi alla Corte Europea, che definisce l’esproprio “occupazione usurpativa” e gli riconosce un importante risarcimento per le lentezze burocratiche l’incasso non è ancora avvenuto. Ma mentre le cause di ogni genere e i risarcimenti dormono, su pressione delle lobbies dei creditori le esecuzioni immobiliari corrono. Arnaboldi è dissanguato dalle spese legali affrontate in oltre 39 anni di contenzioso. Si attua un pignoramento immobiliare per un debito irrisorio non suo: la parcella misera di un consulente tecnico di ufficio. Una volta avviata la procedura si sono poi inseriti altri creditori che Arnaboldi non ha potuto soddisfare in attesa del risarcimento. Quindi la sua casa, che era di grande valore, è stata aggiudicata per un prezzo irrisorio. La lunga vicenda ha indebolito economicamente Arnaboldi, per chi giudica l’esecuzione è ormai uno scarto umano. Anche fastidioso perché, come Bramini insiste a far valere le sue ragioni. Viene commessa ai suoi danni un’altra incredibile ingiustizia. Incredibile ma perfettamente comprensibile con le parole di papa Francesco.

La casa di Arnaboldi è affiancata da un’azienda agricola di sua proprietà, hanno in comune  un’area classificata come bene comune non censibile. Per la legge e per le persone normali non può diventare oggetto di compravendita, come l’alloggio del portiere, come l’androne delle scale. Ma Arnaboldi è uno scarto umano, per di più fastidioso, e il Giudice dell’esecuzione l’ha assegnata di ufficio al nuovo proprietario, determinando la devastazione della attività imprenditoriale di Arnaboldi che ha difficoltà ad entrare nella sua azienda e a far transitare anche trattori e macchinari agricoli. Il che comporta che fin quando non verrà regolamentato l’utilizzo dell’area, Arnaboldi incontrerà grandi e probabilmente insormontabili difficoltà anche per lavorare. Si poteva evitare questo sfregio: Arnaboldi sarebbe andato via tra pochi mesi, appena conseguito l’incasso della indennità. Ma non è stato possibile: le esecuzioni immobiliari devono proseguire, sono ormai una macchina da guerra che non si può fermare e, per correre, deve calpestare la dignità degli scarti umani. La Costituzione non conta, l’equilibrio non è necessario nell’applicare le norme. Nelle esecuzioni immobiliari si fa, ormai, troppo spesso scempio della giustizia.

Giovanni Pastore