Dal pallino della politica al pallino del vivere

L’Editoriale di Andrea Antonuccio 

Dal pallino della politica al pallino del vivere

Care lettrici, cari lettori, le elezioni sono finite: le urne hanno dato il loro responso, finalmente abbiamo vincitori e vinti. Ecco, forse mai come in questa tornata elettorale mi sono scoperto in difficoltà nell’individuare dei criteri convincenti per mettere la fatidica “x” sulla scheda per le Regionali e su quella per le Europee. Credevo, dopo tanti anni, di sapere individuare con chiarezza il giusto e lo sbagliato, i buoni e i cattivi: e invece non è stato così. Ho capito che la questione non si poteva risolvere così, in maniera ideologica. Mi sono chiesto dove potevo pescare i criteri per fare una scelta ragionevole e utile per tutti, non solo per me. Alla fine sono arrivato a scegliere, e ho votato. Mi sono sentito addosso una grande responsabilità: non soltanto per la scelta fatta in quel momento, ma anche (e, direi, soprattutto) per quel che ne consegue. Insomma, parliamoci chiaro: la questione politica non ce la siamo tolti dalle scatole votando per uno o per l’altro, e chiusa lì. La bagarre è appena cominciata…

Non voglio più arrivare all’appuntamento come a questo giro: da adesso in avanti, voglio capire qualcosa di più. Già, ma dove andare a cercare le informazioni per giudicare e scegliere? Devo per forza chiedere a qualche esperto? Provo a riportarvi quello che mi ha detto un amico, prima di queste elezioni: «Noi non abbiamo il pallino della politica, noi abbiamo il pallino del vivere, abbiamo il pallino di non andare a dormire disperati, abbiamo il pallino di essere sereni, di essere consapevoli di quella straripante ricchezza dell’essere che ci ha raggiunti». Il “pallino” del vivere può comprendere il pallino della politica?

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it