«Molto immodestamente, mi paragonerei a Maria (sorride). Come leggiamo nel Vangelo, ella “da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Questi giorni così “convulsi”, accompagnati dalle reliquie di Santa Bernadette, hanno richiesto attenzione e preparazione». Commenta così, scherzosamente ma non troppo, don Gian Paolo Orsini, che ha seguito e “custodito” il passaggio delle reliquie della Santa di Lourdes ad Alessandria. «Pur nel dispiacere che l’ evento si sia concluso, ora si ha il tempo, e il dovere, di meditare quello che abbiamo vissuto».
Don Gian Paolo, cosa ti ha “lasciato” il passaggio delle reliquie?
«Il senso di un’occasione di seminagione, favorita dalla figura di questa piccola Santa che raggiunge anche quelli che non sono mai stati a Lourdes, con il desiderio di trasmettere l’amore verso Maria e verso Gesù. E poi, certamente, le migliaia di persone che sono passate: chi per curiosità, chi per scaramanzia, chi per devozione, chi per desiderio di scoprire Bernadette e percorrere con lei un tratto di cammino verso la santità».
A volte la devozione viene vista un po’ come una religiosità “di Serie B”. Però colpisce il numero di persone che ha reso visita a queste reliquie. Tu che cosa ne pensi?
«Direi che la devozione è il primo passo verso un alimentare la propria fede. Se ci si ferma è un po’ come stare sulla soglia. E invece, come è stato per lei e per gli altri santi, dobbiamo riuscire a fare un salto di qualità verso ciò che è veramente importante».
Come si fa questo salto di qualità?
«Innanzitutto con la Messa, la preghiera, i sacramenti, la carità. Si tratta di vivere il Vangelo non come un ricettario, ma per conoscere una persona straordinaria, Gesù Cristo, che vive egli stesso le cose che ci propone. Se comprendessimo che, vivendo così, un po’ di Paradiso lo sperimenteremmo già qui sulla terra, non sarebbe così male…».
Secondo te, perché tutto questo popolo davanti alle reliquie di Santa Bernadette?
«In fondo è segno di una ricerca. Forse la speranza di un aiuto, morale, spirituale, anche fisico. E poi il sentirla una di noi: piccola, semplice, colei con la quale si può tentare un cammino di crescita, per dare una risposta e un senso alla propria vita».
Monsignor Viola. al termine della processione “aux flambeaux”, ha detto: «Non “nonostante” la sua povertà, ma grazie alla sua povertà [Bernadette] è capace di accogliere quel Mistero».
«Gesù ci invita a essere bambini: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25-30). Significa comprendere che tutto sommato abbiamo bisogno di Dio. Non dovremmo poter fare a meno di Lui, facendogli spazio nella nostra vita, senza riempirla di altre cose, apparentemente più allettanti. Una quotidianità semplice e vera. Se posso, vorrei aggiungere una cosa».
Prego…
«Al termine di questi giorni, è doveroso da parte mia dire alcuni grazie. Il primo alle Suore Immacolatine, con la vulcanica suor Odilla in testa: ci hanno aperto la loro casa e si sono prodigate in ogni modo per venire incontro alle nostre necessità, incuranti che… stravolgessimo un po’ la loro vita quotidiana; all’Oftal, citando per tutti il presidente Andrea Serra (che ha anche guidato il gruppo che ha portato le reliquie alla diocesi di Modena) per la serietà, la disponibilità e la pazienza con cui hanno preparato, gestito e seguito l’evento a nome della Diocesi; mi sia consentito un ringraziamento particolare ai Giovani dell’Oftal, che hanno ideato il cammino sui passi di Bernadette, riproducendo tre ambienti di vita della Santa, che ha permesso di conoscere di più e meglio la sua figura e la sua spiritualità, e che ha suscitato in molti interesse e anche commozione. Un grazie generale a tutti (continuando l’elenco rischierei certamente di dimenticare qualcuno), soprattutto ai tantissimi fedeli che hanno visitato in questi giorni la nostra “piccola Lourdes alessandrina”, con l’augurio che, accompagnati dall’esempio di Santa Bernadette, possano seguire e amare sempre più il Signore attraverso Maria».
Andrea Antonuccio