Gloria è una ragazza affetta da sindrome di Down, ha 31 anni e da lunedì 1° aprile lavora nella bottega solidale “SocialWood”. Il progetto, nato tre anni fa, ha lo scopo di formare e occupare in varie attività i detenuti all’interno del carcere “Cantiello e Gaeta” della nostra città. I prodotti realizzati sono poi messi in vendita nel negozio di piazza don Soria, ad Alessandria. Quando incontriamo Gloria alla bottega, è lei la prima ad accoglierci. Le chiediamo subito come stanno andando questi primi giorni di lavoro. «Bene» risponde con un velo di timidezza. Interviene allora la mamma, Laura Capone, che comincia a raccontare: «Da ben 16 anni siamo iscritti al Centro Down». E proprio da lì, grazie all’interesse del responsabile Mario Bianchi, è arrivata una proposta di lavoro che Gloria e Laura hanno subito accettato. Il Centro Down aiuta a uscire e ad abbattere i muri, anche con le tante attività in programma. Come ci spiega Gloria, entrando nel dettaglio: «Facciamo delle cose molto belle. Lunedì la tessitura dei pupazzi, martedì “Ragazzi in gamba”, mercoledì il corso di cucina, giovedì c’è danza, sabato il teatro. E domenica, un po’ di riposo». Poi mamma Laura aggiunge: «Sono attività molto stimolanti, perché permettono di far acquisire sicurezza e autostima ai ragazzi». Grazie a queste esperienze è migliorato anche il vostro rapporto personale? «Assolutamente sì, perché l’obiettivo è coinvolgere e integrare sia i ragazzi sia i genitori. E questo è sempre di grande aiuto».
A spiegarci scopi e obiettivi del progetto SocialWood è Andrea Ferrari, presidente dell’associazione Ises, Istituto europeo per lo sviluppo socio economico. «Il progetto è nato tre anni fa per riaprire la falegnameria interna del carcere “Don Soria”. Il senso è recuperare le persone, ma anche i materiali. E infatti il legno utilizzato per i lavori è di recupero. La bottega espone quello che viene fatto all’interno del carcere, interamente realizzato dai ragazzi». Ma cosa possiamo trovare tra gli scaff ali? «Ovviamente non tutto quello che trovate qui è realizzato da noi. Abbiamo però voluto esporre tutto quello che viene prodotto nella cosiddetta “economia carceraria” italiana. Tra le tante collaborazioni, quella con il carcere di Verbania, il minorile di Siracusa, il carcere di Avellino e quello di Pozzuoli. I manufatti sono acquistabili a donazione minima: facciamo una sorta di raccolta fondi per aiutare queste cooperative sociali e per supportare anche il nostro progetto». Ferrari conclude così: «Adesso abbiamo Gloria con noi e siamo davvero contenti (sorride). Lei si trova bene qui… speriamo di continuare a stare insieme per molto tempo». Prima di chiudere la mamma ci racconta: «Gloria si muove completamente in autonomia: prende il pullman alla mattina a Valenza per venire ad Alessandria, e al ritorno rientra in pullman o anche in treno, in base all’orario in cui finisce il suo lavoro». Possiamo trovare Gloria e i prodotti “Fuga di sapori” alla bottega solidale “SocialWood”, in piazza don Soria ad Alessandria (www.socialwood.it). Gli orari? Dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30, e dalle 15.30 alle 19.00.
Alessandro Venticinque