Nell’articolo uscito su Avvenire mi soffermo su quella che è una piaga dei nostri giorni: l’individualismo, che ha fatto perdere il senso di comunità. E lo si evince proprio in questo periodo di ponti e di vacanza: non si fanno più le grigliate di una volta, i negozi e i bar dei piccoli centri restano chiusi, i campi di calcio dove correvano bambini e ragazzini sono vuoti. Sembra che la crisi economica abbia lasciato un segno nella società, traducendosi in una crisi di relazioni. Un tempo in ogni comunità esistevano dei poli di aggregazione che favorivano il confronto nelle aree rurali. Erano le parrocchie, da cui derivavano gli oratori, ma oggi i sacerdoti sono troppo impegnati nella gestione di più paesi contemporaneamente per potersene occupare. E i sindaci sono troppo indaffarati a gestire i bilanci, mentre le Pro Loco si limitano a organizzare le sagre dedicate al cibo. Eppure in passato i rapporti sociali erano una ricchezza, mentre oggi sembra aver vinto quell’individualismo che mina ogni potere e l’assunzione di responsabilità. Anche i Comuni dovrebbero adoperarsi per sconfiggerlo, soprattutto in tempo di elezioni.
Paolo Massobrio