Si è concluso il ciclo primaverile di “Poesia in Biblioteca”, intitolato “Natura e Memoria” presso la Biblioteca “Giovanni Sisto”, promosso dal Centro di cultura dell’Università Cattolica e dall’Unitre, con la conferenza su Andrea Zanzotto tenuta dalla professoressa Barbara Viscardi. Conclusione davvero prestigiosa che ha consegnato la figura del poeta di Pieve di Soligo, uno dei massimi protagonisti della poesia del secondo Novecento, mettendone in evidenza gli aspetti più significativi.
Compito arduo dovendo percorrere il cammino poetico di un grande innovatore del linguaggio pur nel rispetto della tradizione. Un linguaggio che esprime la realtà arricchendola di valori simbolici che attingono al mistero, all’oltre che si nasconde dietro la realtà stessa. Viscardi ha evidenziato le tappe più significative della biografia e dell’evoluzione poetica di Zanzotto, accompagnandole con la lettura intensa e raffinata delle liriche che a quei momenti appartengono, dimostrando una conoscenza profonda e molto partecipata del poeta. Scelte poetiche che evidenziavano i temi della natura e della memoria così costanti in Zanzotto ma espressi in un linguaggio arduo, espressionistico che le parole e i chiarimenti della conferenziera venivano opportunamente illustrando. Sono così apparsi evidenti i legami con la tradizione e non solo italiana, chiarendo la costante dell’allitterazione e del plurilinguismo, del predominio del significante che arriva a sussulti stilistici e a libere combinazioni linguistiche.
Un compito davvero difficile che Viscardi è riuscita a assolvere con partecipata cura. La personalità del poeta, così ricca e complessa, è comparsa nella sua totalità, dal culto per il suo dialetto, al recupero del linguaggio originario fino al balbettio infantile, dall’ostilità verso la massificazione, al difficile rapporto con la tecnologia. Interessante inoltre l’ansia di assoluto pure in una prospettiva laica e moderna che percorre alcune pagine del poeta. Al pubblico partecipe e attento ha anche regalato la lettura vivace e riuscita di liriche in dialetto particolarmente apprezzate e applaudite.
Sylvia Martinotti