La recensione – Diario di un soldato semplice

Da alcuni anni la giornalista televisiva Costanza Miriano cura su internet un blog personale. Negli ultimi mesi ha deciso di raccogliere i più significativi interventi pubblicati dal 2011 al settembre 2018, premettendo a ciascuno dei post una nuova riflessione. Così l’editrice Sonzogno ha recentemente dato alle stampe “Diario di un soldato semplice. Il Signore ama vincere con un piccolo esercito” (pp 299, euro 16). I temi trattati, spesso estemporanei nel loro sorgere, ossia come risposta a precisi fatti di attualità, hanno come elemento comune la preoccupazione per la questione antropologica, cioè sull’immagine di persona umana che si vuole costruire (o decostruire, a seconda dei punti di vista), con un’attenzione particolare alla famiglia formata da un uomo e una donna che si donano reciprocamente per sempre.

Non è certo una società di perfetti che vagheggia il libro: «beati dunque noi quando non funzioniamo, perché questo ci ricorda che il vuoto è il nostro marchio di fabbrica» (p. 46). E allora qual è il compito dei cittadini, soprattutto dei credenti? «quello che ci viene chiesto è esattamente tenere il posto in trincea che ci è stato assegnato, qui, oggi, adesso» (p. 51). Il cristiano non può certo chiudersi in un mondo misticheggiante ma deve costruire una società fraterna, anche se il processo non è lineare. «Essere figli di Dio ci piace un sacco. Essere sorelle e fratelli di tutti un po’ meno» (p. 69). Questo compito è particolarmente impegnativo in un’epoca segnata dal relativismo, per cui «l’uomo contemporaneo può accettare tutto tranne l’idea di ascoltare una voce che non provenga da se stesso. Non può accettare la possibilità che non sia sempre bene seguire le proprie emozioni» (p. 101).

Nel volume non assenti alcune note polemiche, in particolare sui temi della sessualità, tra cui quella con il sacerdote Maurizio Chiodi sulla contraccezione e il gesuita James Martin sull’omosessualità, sostenendo da una parte che «la Chiesa esprime solidarietà verso le persone, non verso le sigle» (p. 270) e dall’altra che l’accompagnamento in sé non è una pratica sufficiente dal momento che è determinante la direzione di marcia in quanto «uno può essere accompagnato anche sul ciglio di un burrone» (p. 272). Il volume offre quindi valutazioni sulla complessa realtà di oggi, raccontata con uno stile scorrevole e piacevole. Ovviamente il dibattito è aperto e i giudizi sulle problematiche sociali ed ecclesiali contemporanee possono essere diversificati ma è bello confrontarsi con chi espone con chiarezza e convinzione la propria visione. In ogni caso contribuisce a chiarire la propria.

Fabrizio Casazza

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