Città nostra – Immondizia di casa

Terminata la panoramica sul trattamento dell’immondizia a livello nazionale, in verità con risultati non ottimali, consideriamo ora cosa succede nella nostra comunità, come appare all’occhio del cittadino qualunque. All’epoca in cui venne avviata la raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi, qualche indicazione venne elargita ai cittadini dalle autorità preposte a tale gestione: essenziale fu l’individuazione dei colori dei cassonetti predisposti alla bisogna; Giallo – per carta e cartone; Bianco – per plastica e lamierino; Azzurro – per il vetro; Grigio – per l’indifferenziata; Marrone – per l’umido di cucina. La logica ci induce a credere che la carta sia inviata alle cartiere, il vetro alle vetrerie, la plastica e il lamierino a delle aziende che li trasformano e l’umido ai produttori di concimi per l’agricoltura; resta il problema dell’indifferenziata poiché, mancando nei dintorni “centri di incenerimento” occorre trovare dei terreni in cui scaricarla; terreni sempre più difficili da reperire in quanto si deve evitare l’inquinamento delle falde acquifere.

Col tempo si ha comunque l’impressione che l’importanza del riparto dei rifiuti sia scemata e più semplice risulta lo scambio degli scarti nei vari cassonetti, che tra l’altro restano per mesi coi coperchi rotti, mentre i soliti incivili abbandonano sacchi di rifiuti anonimi a fianco degli stessi cassonetti. Forse sarebbe opportuno applicare sui fianchi degli stessi dei poster con la rappresentazione degli articoli che vi si possono introdurre: occorre comunque sottolineare che nessuna delle autorità preposte alla raccolta, si è mai curata di informare i cittadini, al termine di ogni anno, se sono stati diligenti, se il riparto dei rifiuti ha dato ottimi risultati, se il Comune abbia primeggiato nelle graduatorie a livello provinciale e regionale. Si ha quasi l’idea che tutto questo impegno per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, possa essere definito con lo stesso termine usato da Fantozzi per il film sulla famosa corazzata russa.

Carlo Re

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