Dopo gennaio, considerato dagli esperti il mese più “depressivo” dell’anno, arriva febbraio, il mese dell’amore! Sicuramente perché si festeggia San Valentino, ma molto di più perché c’è il Festival di Sanremo. Per la 69a volta, il tema principale è l’amore, toccato in maniera diversa da ciascun autore: la sessualità, l’amore platonico, il finto amore che si trasforma in violenza, il rifiuto, il concedersi, il riscatto e l’attesa di un ritorno. Quest’anno però mi ha colpito l’incapacità dichiarata di descrivere l’amore con le proprie conoscenze.
Nello specifico due brani, “I tuoi particolari” di Ultimo con la frase: “Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei scrivere per te nuove canzoni d’amore e cantartele qui”; e “Mi farò trovare pronto” di Nek che dice: “Libri di milioni di parole, ce ne fosse almeno una, per essere all’altezza dell’amore”. Ma che altezza ha l’amore? Ogni volta che mi trovo davanti all’amore, mi sembra di non essere capace di guardarlo negli occhi, figurarsi di poterlo raccontare a me stesso e agli altri. Capita a volte di reagire con la fuga perché l’amore è così libero e totale che può spaventare. Lasciare andare un figlio che diventa grande, accogliere il cambiamento in una coppia, accettare gli errori di un amico. Ci vuole tanto impegno ad amare e molto coraggio ad accettare di essere amati. Quante volte per orgoglio rifiutiamo l’amore degli altri, e questo vale anche per l’amore di Dio. Ce lo ha insegnato il Giubileo della Misericordia: il suo Amore esiste già, siamo noi che dobbiamo fare un passo in avanti e accettarlo. Così saremo in grado di guardarlo negli occhi.
Enzo Governale
@cipEnzo