La vocazione è una chiamata alla felicità – l’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori, per questo numero di Voce abbiamo deciso di “aprire” con la storia di suor Paulette, che sabato 8 dicembre prenderà i voti definitivi nell’alveo del carisma dell’Ordine delle Immacolatine. Ci è sembrato bello condividere e dare risalto a un “sì” così importante: soprattutto perché non è un’adesione a un’idea (per quanto bella e forte possa essere “l’idea” di Cristo), ma a una persona, viva e presente. Lo dice bene suor Paulette nell’intervista: «Dovunque sono passata Dio ha messo le sue mani sopra di me, per questo il mio “sì” è forte». Da piccola non voleva assolutamente farsi suora, pur sentendo un potente richiamo a servire il Signore. Ma l’incontro con un sacerdote prima, e con un’amica poi, cambia l’orizzonte. Lo rende più chiaro, evidente e, per così dire, inevitabile. Al punto che per suor Paulette sarebbe una violenza contro se stessa (e contro il suo desiderio di felicità) se dicesse di no a questa inesorabile Presenza, che ha una caratteristica essenziale: un amore senza confini. Quando intervisto persone come suor Paulette mi godo davvero la loro fede. Le guardo bene negli occhi (sono o non sono lo specchio dell’anima?), mi gusto il loro sorriso, così diverso e così vero, ascolto e trascrivo le loro parole, provando a non perderne nemmeno una. Abbiamo tutti bisogno di stare insieme a vocazioni così, che rendono la vita quotidiana più gioiosa. Anche noi laici, padri e madri di famiglia, nonni e nonne, figli e figlie, siamo chiamati (“vocati”, appunto) alla pienezza della vita. Siamo chiamati a essere felici, “scovando” Gesù Cristo là dove si nasconde: in uno sguardo, in un gesto o in una parola che apre il cuore. Mi sembra un buon modo per aiutarci a vivere bene questo Avvento.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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