Il contrappello – Vini italiani: come favorire l’export?

Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato dell’export dei vini italiani che registra un timido + 3,8% (dati elaborati da Nomisma Wine Monitor), determinato per lo più dai vini frizzanti, Prosecco in testa. Quindi, come dare slancio e favorire un salto in avanti? Il direttore generale di VeronaFiere, Giovanni Mantovani, ha sottolineato che servirebbe una maggiore aggregazione del Made in Italy nella promozione all’estero. Io invece mi chiedo: l’Ice (Istituto per il commercio estero) dov’è? Questa domanda mi sorge spontanea dopo due giorni di intensi workshop che Vinitaly concentra a fine anno, per fare il punto sul mestiere del vino, che è anche marketing, comunicazione, capacità di acquisire dati e di leggerli. Bisognerebbe seguire l’esempio di Artimondo, che è un’emanazione dell’Artigiano in Fiera, che è riuscita a prolungare l’occasione di promozione e di vendita attraverso l’e-commerce, registrando un grande successo in Cina. Non ci si può appellare sempre alle istituzioni, che non potranno mai rappresentare il Made in Italy, ma solo favorire le azioni delle aggregazioni di impresa e delle fiere. Questa si chiama sussidiarietà.

Paolo Massobrio

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