Questa settimana su Avvenire ho raccontato di una cena a Marsiai, un piccolo paese di quella provincia di Belluno martoriata dalla bufera di tre settimane or sono. Nel locale, La Maison Lion, bello e raccolto, c’erano alcuni dipendenti di Luxottica che mi hanno riferito di quei tragici momenti e di come tutti si siano stretti intorno all’azienda, sentita come propria per difendere il bene comune, che è il posto di lavoro. Queste confidenze le ho raccolte in un luogo che magari non avrà le stelle della guida Michelin, ma che apre il cuore. Proprio la scorsa settimana è stata presentata a Parma la Michelin, con l’annuncio di nuove stelle calate su locali gestiti da giovani. Se da una parte alcuni chef emergenti hanno avuto la loro gratificazione, come Mauro Uliassi che è il nuovo cuoco tristellato, tutto il resto è rimasto immutato. Eppure nessun giornale lo ha rilevato: il giorno dopo solo articoli acritici dettati dalle agenzie, tutti uguali. Possibile che nessuno si accorga che l’Italia non è quella rappresentata dalla guida francese, ma è fatta da locali fantastici come La Maison Lion, da agriturismi autentici e da pizzerie che esaltano un simbolo del nostro Paese?
Paolo Massobrio